Oltre 200 assunzioni da qui alle prossime settimane. E un centinaio di addetti che hanno già firmato il contratto.
Inedito picco di ordinativi
Succede alla Ducati Motor, dove per gestire un picco di produzione legato ad un inedito record di ordinativi, la casa motoristica ha chiamato alla velocità della luce tre agenzie per il lavoro per reperire il personale e fatto girare la voce sia negli ambienti di Confindustria sia, tramite i sindacati, nelle tante aziende dell’indotto alle prese con crisi o cassa integrazione. La Fiac di Pontecchio Marconi, per esempio. «Di fronte ad un importante aumento degli ordinativi uniti ad alcuni ritardi nell’arrivo dei materiali che si sono verificati per via del Covid sulla catena distributiva e che hanno rallentato la produzione — spiega Mario Morgese, responsabile relazioni industriali e HR industrial manager della Rossa di via Cavalieri Ducati — , abbiamo la necessità di recuperare ed evadere le richieste, mai così numerose, arrivate nella prima parte dell’anno». In quel di Borgo Panigale c’è già chi lo chiama «il picco del picco» della nuova gamma di moto da consegnare entro fine primavera. «In un momento di stagionalità importante come questo— aggiunge — stiamo inserendo un quantitativo molto elevato di stagionali per coprire il surplus di lavoro di aprile e maggio».
L’organico già esistente
In pratica, oltre ai quasi 600 operai specializzati già in organico, fra tempi indeterminati, determinati e part-time, fino al 31 maggio al reparto montaggio di motori e veicoli saranno al lavoro altri 250 operai. Le selezioni sono partite e c’è già chi è entrato in fabbrica nelle scorse settimane. «A Randstad, Adecco e Synergie — assicura Morgese — abbiamo affidato il recruiting, ma i lavoratori firmano il contratto direttamente con Ducati». Nessuna fornitura di personale in somministrazione, insomma. Ma responsabilità sociale anche nei confronti di quegli addetti che, nella filiera del motociclo, sono in affanno. E che entrano subito in azienda, affiancati da colleghi esperti per l’inserimento. Una condizione insperata se si considera che l’anno scorso la Ducati Motor era stata tra le prime imprese bolognesi a fermarsi a causa della pandemia. E poi fra le prime a riaprire con un rigido protocollo di sicurezza anti-Covid. Ricorrere a lavoratori stagionali per far fronte ai picchi di produzione primaverili in via Cavalieri Ducati è, comunque, una prassi.
I contratti
Se solitamente la pattuglia dei contrattisti a tempo è formata da 30/50 addetti questa volta l’occasione è ancora più ghiotta anche per il sindacato che alla Rossa vanta ottime relazioni sindacali e una contrattazione di secondo livello storicamente avanzata. Non a caso, in Ducati per la stabilizzazione del personale esiste un rodato sistema di vasi comunicanti: i tempi determinati diventano part-time verticali dopo tre mandati con valutazione positiva e i part-time verticali si trasformano in full-time per esigenze di turnover. «Insieme a Fim e Uilm — riconosce il funzionario Fiom-Cgil, Simone Selmi— abbiamo un confronto sempre aperto con la proprietà. Ben vengano i nuovi ingressi, ma questo picco produttivo va trasformato in un’opportunità per accelerare il percorso di crescita occupazionale anche per chi è già in organico con contratti precari». Circa 300 addetti da stabilizzare fra part-time e tempi determinati.
Alessandra Testa, Corriere.it