Una frase semplice, il ricordo di una figura indimenticabile, quella di un pilota che ha fatto la storia della F1. E che ieri avrebbe compiuto 61 anni, ma che un grave incidente in pista si e’ portato via ad appena 34 anni. Ayrton Senna, nato a San Paolo, in Brasile, il 21 marzo del 1960, e’ celebrato ancora oggi, ricordato dagli appassionati della F1 e sulle pagine social dei team che lo hanno avuto in squadra. Come la McLaren, che lo ha ricordato sui social, sottolineando come la sua sia stato una figura “iconica”. La F1, attraverso il proprio profilo ufficiale, ha invece postato un video con le immagini delle imprese del pilota brasiliano, evidenziando che “nessuno ha corso come Ayrton”. Senna, campione del mondo nel 1988, 1990 e 1991, ha vinto 41 GP in carriera ed e’ considerato uno dei piu’ forti piloti di tutti i tempi. Era soprannominato Magic. Senna ebbe la possibilita’ di avvicinarsi precocemente al mondo dell’automobilismo, cominciando nel 1973 a gareggiare nei kart a tredici anni. Il primo contatto diretto con il mondo della F1, risale al 1983, anno in cui svolse i primi test su delle monoposto. Dopo aver svolto una giornata di prove alla guida di una Williams FW08C messagli a disposizione da Frank Williams per curiosita’ personale, partecipo’ insieme a Martin Brundle e Stefan Bellof a una sessione di prove organizzata dalla McLaren sul circuito di Silverstone, risultando il piu’ veloce dei tre. Corridore completo in ogni aspetto, dalla messa a punto alla gestione delle gomme, seppe distinguersi nel corso della carriera soprattutto per la guida sul bagnato e la velocita’ in qualifica, caratteristica, quest’ultima, che gli consenti’ di detenere il record di pole position (65) dal 1989 al 2006. Abile inoltre nei circuiti cittadini, Senna detiene tuttora il record di vittorie sulla prestigiosa pista di Monte Carlo, sei, di cui cinque consecutive fra il 1989 e il 1993. La sua carriera nella massima categoria automobilistica, iniziata nel 1984 al volante della Toleman, venne contraddistinta dal dualismo con il Francese Alain Prost, suo compagno in McLaren nel biennio 1988/89. Tale rivalita’ e’ considerata come una delle piu’ intense e accese della storia della Formula 1, nonche’ dello sport in generale. Mori’ a seguito delle ferite riportate in un incidente alla curva Tamburello del circuito di Imola, durante il Gran Premio di San Marino, l’1 maggio 1994. In Brasile furono proclamati tre giorni di lutto nazionale, mentre, a seguito delle indagini sulla morte del brasiliano, il circuito di Imola fu posto sotto sequestro. Successivamente, nel 1997, si apri’ il processo sulla sua morte, che porto’ nel 2005 all’assoluzione sia del patron della Scuderia Williams F1 Frank Williams, sia del progettista della vettura Adrian Newey, in tutti i tre gradi di giudizio. La Corte di cassazione ha invece sentenziato nel medesimo anno, il “non luogo a procedere” per la richiesta di assoluzione rivolta al direttore tecnico del team Patrick Head, in quanto egli, gia’ riconosciuto colpevole di omicidio colposo, non era condannabile essendosi estinto il reato per prescrizione. Il processo ha consentito di portare alla luce numerose anomalie nell’atteggiamento della Williams e della Federazione, nel caso ad esempio della misteriosa sparizione delle centraline elettroniche della FW16 o nel caso della cancellazione degli ultimi fotogrammi del camera-car di Ayrton.