Dopo aver reso noto il rapporto 2020 sul divario del gettito dell’IVA a livello UE, la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica per avere indicazioni su come poter contenere il gap tra l’IVA effettivamente incassata dai Paesi membri e quella che era stata preventivata, divario negativo di 140 miliardi di euro per il 2018 e stimato in 164 miliardi per il 2020.
A questa consultazione ha partecipato anche l’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), presieduto da Riccardo Alemanno. L’istituto ha fornito alcune indicazioni, tra cui l’utilizzo a livello europeo della fatturazione elettronica, l’armonizzazione delle aliquote IVA e lo scambio dei dati amministrativi e commerciali tramite un’unica piattaforma digitale, sia per le attività produttive, sia per le autorità nazionali.
“Fermo restando che resta prioritaria la problematica sanitaria e che occorre riuscire a contenere gli effetti del Covid-19 altrimenti l’economia continuerebbe ad essere ostaggio di una sorta di perverso gioco dell’oca, al di là dell’armonizzazione dell’IVA e della digitalizzazione delle fatture che abbiamo indicato alla Commissione europea, sarebbe necessaria l’armonizzazione dei sistemi fiscali dei Paesi membri“, ha spiegato Alemanno.
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