È forsa una delle scelte più delicate e impopolari che un Governo possa trovarsi davanti: scegliere il territorio più adatto per il deposito di rifiuti radioattivi. Ogni tentativo recente è stato accompagnato da proteste delle comunità locali. Ora dopo diversi anni la Sogin, società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha individuato 67 aree potenzialmente idonee sul territorio nazionale in 7 Regioni italiane.
È stata pubblicata la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per la “realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del parco tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attivita”, annuncia è Ministero dell’Ambiente che, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, ha dato il nulla osta. Attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo.
LE AREE. I luoghi idonei per il deposito nazionale delle scorie nucleari in Piemonte sono 8. In provincia di Torino Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola, in provincia di Alessandria: Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio.
Due in Toscana: Pienza-Trequanda in provincia di Siena e Campagnatico in provincia di Grosseto.
La consultazione. Si procederà ora alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. In base alle osservazioni e alla discussione in un seminario nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin, del ministero dell’Ambiente e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta Nazionale delle Aree Idonee. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei Comuni.
Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Si tratta di una “forte assunzione di responsabilità da parte del Governo che non si sottrae dal risolvere una questione da anni al centro di dibattito e non più rimandabile. È un provvedimento da tempo atteso e sollecitato anche dalle associazioni ambientaliste, che consentirà di dare avvio ad un processo partecipativo pubblico e trasparente al termine del quale sarà definita la localizzazione dell’opera. Un impegno che questo Governo assume anche in ottemperanza agli indirizzi comunitari e nel rispetto della piena partecipazione delle comunità alle decisioni”, ha dichiarato il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut. “Il deposito permetterà di sistemare definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi, oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei sparsi nel Paese”, ha continuato Morassut il quale ha poi spiegato come “si tratta prevalentemente di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, prodotti da attività che utilizzano radioattività artificiale, rigorosamente regolate da legislazioni nazionali; attività in particolare legate all’industria ed alla medicina nucleare utilizzata nelle strutture sanitarie (applicazioni diagnostiche, applicazioni terapeutiche, attività di ricerca in medicina nucleare)”.
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