Il Presidente del Collegio Nazionale Maestri di Sci Giuseppe Cuc insieme al Presidente dell’Associazione Maestri di Sci Italiani Maurizio Bonelli, sono voluti intervenire in rappresentanza dei 15.000 professionisti della neve e delle 400 Scuole di sci distribuite sul territorio nazionale, per segnalare nuovamente ai media nazionali la situazione di grande preoccupazione che sta coinvolgendo e coinvolgerà la categoria. Esprimono disappunto, si dicono disponibili a fare la propria parte ma chiedono sostegno per tutto il comparto. “Con estremo dispiacere e disappunto – hanno spiegato – prendiamo atto di come le misure del nuovo dpcm hanno purtroppo messo ai margini il mondo della montagna e soprattutto degli sport invernali, cui i Professionisti della neve sono parte integrante per il ruolo “didattico” che ricoprono verso coloro, piccoli e adulti, che intendono imparare e fare propri gli sport di scivolamento, vedi sci alpino, sci nordico e snowboard. Non sono passati in secondo piano, poi, quei toni mediatici alquanto fuori “tema”, a volte con retorica populista, che hanno coinvolto il mondo della montagna e del turismo invernale, in alcuni casi con una preoccupante deriva che vorrebbe fare passare fuorvianti messaggi in cui le attività dei Professionisti della neve hanno unicamente scopo ricreativo e sono destinate a solo pochi fortunati abbienti”. “All’interno dei vasti territori montani e dei suoi meravigliosi paesaggi ci sono persone e famiglie che per generazioni, con alacre impegno e grandi sacrifici, hanno realizzato sistemi d’integrazione e sostentamento, spesso legati al mondo del turismo invernale – hanno ricordato -. I Maestri di sci fanno parte di questo “sistemamontagna” non per caso, ma grazie a decenni di assegnamento sulla propria professionalità e sulla determinazione di chi è abituato prima a lavorare e poi a chiedere. I 15.000 Maestri di Sci Italiani non sono sprovveduti e come ricorda la loro stessa storia, da sempre, rappresentano i primi custodi delle regole che la montagna impone. Ora un altro colpo di scure giunge inesorabile sui Professionisti della neve. Per i nostri Maestri di sci e per tutte le loro famiglie non sarà assolutamente facile, ma con il consueto senso di responsabilità la Scuola Italiana Sci si sta adattando e si adatterà, pur non condividendo le scelte prese che ci riguardano, crediamo dettate dalla non conoscenza di base del mondo della montagna e delle figure professionali che la compongono. La Scuola Italiana Sci in questi mesi non è stata ferma: sono stati predisposti scrupolose Linee Guida, scrupolosi Decaloghi e Vademecum, condivisi con gli impiantisti, per garantire la totale sicurezza agli allievi prima, durante e post lezioni”. “Se si chiedono ulteriori sacrifici – anno chiuso i presidente delle scuole sci -, per il bene comune, la categoria è pronta a sostenerli ma rivolgiamo un accorato appello a chi ha responsabilità di Governo, affinchè, anche in considerazione dell’andamento pandemico si rivaluti, prima dell’inizio delle festività di fine anno, possibili soluzioni diverse rispetto alla chiusura. La storia restituirà, come sempre, l’esatto valore delle cose e di chi in totale disprezzo ha ritenuto di poter immolare e sacrificare un intero comparto e le aspirazioni di milioni di consumatori che hanno visto sfumare le loro giuste e sacrosante aspettative. Il rispetto delle persone e delle regole sono per noi elementi assoluti, chiediamo semplicemente di lavorare, non come se il covid non ci fosse, ma rispettando e facendo rispettare le regole che, il Governo vorrà imporci, con concreta determinazione e solida risolutezza, regole e misure che tra l’altro abbiamo già individuato a tutela di Noi stessi e di tutti i nostri allievi”.