Caffè Musetti, torrefazione di Piacenza con 85 anni di storia e tradizione, presente con il suo prodotto in 60 Paesi e specializzata nella tostatura, miscelazione e commercializzazione del caffè, ha comprato il 100% di Caffè Bonomi, azienda che dal 1886 affonda le sue radici nel territorio milanese affermandosi nel canale Horeca nazionale e internazionale. L’acquisizione è costata 15 milioni, mentre il combinato delle due realtà porterà a un fatturato previsto 2021 di oltre 41 milioni con un ebitda consolidato di 6,7 milioni. Per quanto riguarda il combinato sul fronte del portafoglio clienti, che sommando agli oltre 3.000 bar, ristoranti e alberghi serviti da Musetti in Italia, con i clienti di Bonomi, raggiungerà quota 4.000. Il management di Bonomi – che nell’operazione è stato pienamente confermato – lavorerà al fianco di Musetti. “Con l’acquisizione di Caffè Bonomi compiamo un primo importante passo nel nostro progetto di crescita. Negli ultimi 5 anni abbiamo investito 10 milioni per potenziare la nostra struttura e crediamo fortemente che Musetti spa abbia le capacità industriali per porsi quale polo aggregatore, nonché abilitatore di un processo evolutivo anche in chiave sostenibile, in un settore caratterizzato da una estrema parcellizzazione”, ha detto Guido Musetti, nella foto, presidente dell’azienda, che ha aggiunto: “La Bonomi forte di una tradizione territoriale centenaria, rappresenta per noi una target ideale per consolidare il processo di crescita che abbiamo pianificato. Vogliamo aggregare brand dalla forte identità territoriale in Italia ma riconosciuti anche oltre confine come simbolo del Made in Italy. Caffè Bonomi Spa sulla piazza di Milano è presente in posizioni di prestigio tra i quali Cucchi, Panini Durini, Pasticceria San Gregorio. Per sostenere questo processo di crescita in ragione degli obiettivi che ci siamo posti, abbiamo pianificato investimenti complessivi per i prossimi 5 anni 50 milioni di euro, convinti che potranno generare un valore esponenziale nel costruire una realtà nazionale di primo livello. Un polo – ha concluso Musetti – con brand forti e dal percepito alto in aree specifiche, esattamente come avviene nel mercato delle acque minerali e delle birre”.