DiaSorin (nella foto, il Ceo Carlo Rosa) ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con un utile netto di 162,5 milioni di euro, in crescita del 28,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I ricavi sono ammontati a 610 milioni (+16,2%): il risultato riflette – si legge in una nota – del contributo dei test di diagnostica molecolare e di immunodiagnostica per il SARS-CoV-2, generati prevalentemente in Nord America e in Europa. L’andamento del business ex-COVID ha registrato invece un calo del 14,3% a cambi costanti, evidenziando, tuttavia, un progressivo recupero rispetto a quanto registrato nel secondo trimestre. L’ebitda dei 9 mesi, inoltre, è stato pari a 257,7 milioni (+23,4%), l’ebit è stato di 213,5 milioni (+28,9%). La posizione finanziaria netta a fine periodo era positiva per 256 milioni, contro i +172,9 milioni segnati al 31 dicembre scorso. Per quanto riguarda i target per l’intero 2020, DiaSorin, “tenuto conto dello stato di incertezza causato dall’introduzione di nuove misure di lock-down nei Paesi in cui opera”, prevede di chiudere l’esercizio 2020 con ricavi in crescita di circa il 25% e con un ebitda margin pari a circa il 43 per cento.