Guardare la webcam, ideare nuove forme di coinvolgimento, puntare sulle immagini, concentrarsi sul linguaggio e sul movimento delle mani. Questi sono solo alcuni dei consigli ai docenti per aumentare l’efficacia della didattica a distanza rivolti da Massimiliano Cavallo, esperto di Public Speaking e autore del libro “Parlare in pubblico senza paura” edizioni Anteprima. “Lo scorso marzo i docenti italiani hanno sperimentato per la prima volta la didattica a distanza e non sempre è andata bene”, dice Cavallo. “Ora che molti studenti si ritrovano ancora una volta alle prese con questa esperienza, sarebbe auspicabile da parte degli insegnanti prepararsi e superare tutte le difficoltà che questa modalità di formazione comporta”, aggiunge. Tre le parole d’ordine, “condivisione, motivazione degli alunni e coinvolgimento”, sottolinea Cavallo. “Sono questi i presupposti che permetteranno al docente di ottenere l’attenzione e il rispetto degli alunni senza forzature”, osserva. Certo gli ostacoli che i professori sono chiamati a superare nella didattica a distanza sono tanti: dallo scoraggiamento di ragazzi e bambini costretti a rimanere in casa alla paura per il momento che stanno vivendo fino all’incertezza per il futuro dell’anno scolastico e all’impossibilità di poter socializzare con i propri compagni in classe. “Nello specifico, il docente durante la lezione deve fare attenzione alla naturale stanchezza degli alunni a dover sostenere lezioni davanti a un pc o spesso davanti a un cellulare; deve lottare con le frequenti distrazioni che un alunno può avere in casa, a cominciare dalla possibilità di poter utilizzare lo smartphone con maggiori occasioni di non essere visto – afferma Cavallo -. E poi non tutti i docenti sono preparati a una didattica di questo tipo”. Per questo Cavallo elenca una serie di consigli pratici utili per gli insegnanti. L’obiettivo è quello di “conquistare” gli studenti anche con la didattica a distanza. Il primo consiglio è quello di guardare la webcam, proprio come se si avessero di fronte gli alunni. “Il contatto visivo è fondamentale in una lezione dal vivo e lo è ancora di più quando ci si trova davanti a uno schermo – spiega Cavallo -. Bisogna quindi evitare di guardare nel vuoto o di leggere il testo, ma bisogna guardare gli alunni ‘virtualmente’ nei loro occhi. Ciò permette di trasmettere meglio il proprio messaggio”.
Il secondo suggerimento consiste nell’ideare nuove forme di coinvolgimento. “Usare, ad esempio, oggetti di uso comune presenti in casa, che possano aiutare – continua Cavallo – a far comprendere meglio la lezione e possano ‘sorprendere’ gli alunni o farli usare a loro. Oppure far sentire suoni che hanno a che fare con quanto si spiega o usare scritte su un foglio (o su più fogli) al posto di slide o della sola oralità. L’effetto sorpresa permetterà agli alunni di essere coinvolti e susciterà interesse ad ogni lezione per scoprire la novità che il docente ha in serbo per loro”. Poi si consiglia l’utilizzo di video, “magari tratti da celebri film che, ad esempio, possano essere di supporto alla lezione”.
Altro consiglio è quello di puntare sulle immagini: “La vista è 25 volte più veloce degli altri sensi. Non a caso dedichiamo il 50 per cento dei processi cognitivi per elaborare contenuti visuali. Un’immagine viene interpretata dal cervello antico e intermedio in circa 100 millisecondi”. E’ anche utile creare suspense, “lasciare in sospeso un argomento, che si riprenderà dopo, e passare a un altro per alzare l’attenzione e creare attesa”.
E ancora: fare domande per coinvolgere gli studenti. “In questo modo vengono stimolati. Per loro – prosegue Cavallo – può diventare quasi un gioco, del tipo ‘cosa hanno in comune x e y?’, dove i due elementi possano sembrare inizialmente non collegati tra loro. Si spiegherà quindi la connessione”. Cavallo suggerisce ai docenti di usare lo smartphone: “Trasformarlo da amico ad ‘alleato’ della lezione. Si può, per esempio, chiedere agli alunni di cercare una notizia o una parola chiave su Google, farli navigare su un sito specifico, trovare un’immagine legata alla lezione etc”. Altro consiglio: “Si può iniziare una frase e farla completare da uno degli alunni”. Inoltre, bisogna preparare bene la lezione: “Non improvvisare solo perché si è padroni della materia”.
Per una Dad efficace, per l’esperto poi servono ritmi veloci, “ma non troppo e devono variare: le parole devono essere articolate bene per essere comprese meglio, visto che spesso l’audio non arriva pulito agli alunni”. E ancora: raccontare storie. “Ovviamente devono avere che fare con la lezione: le storie hanno il potere di farsi ascoltare e di sedimentarsi nella memoria degli utenti”. Si può ricorrere ad aneddoti personali: “Serve a ‘mettere a nudo’ il docente e a creare empatia”.
Cavallo suggerisce di muovere le mani. “Evidenzia un passaggio, ma occhio a non esagerare: si possono creare confusione e distrazione. Quindi, non essere immobile ma non gesticolare troppo”. Infine, l’esperto consiglia di usare focalizzatori di attenzione. Sono semplici passaggi, come “ascoltate bene ora”, “questa parte è importante”, “quello che sto per dirvi è fondamentale”.
“Oltre a un linguaggio semplice, è bene usare frasi brevi e non troppo lunghe che possano confondere gli alunni e far perdere il filo al docente”, spiega Cavallo. Un ultimo consiglio ma forse il più importante: secondo l’esperto, la didattica a distanza è certamente noiosa ma se il docente per primo non trasmette motivazione agli alunni, difficilmente questi potranno essere motivati a loro volta. “Per questo, bisogna trasmettere passione per la propria materia come se si fosse in aula, cercando di avere dagli studenti una risposta di coinvolgimento e motivazione”, conclude Cavallo.