Il Covid non fa sconti all’economia dell’Emilia Romagna. Nel secondo trimestre, infatti, una decisa inversione interrompe il trend positivo che durava da più di quattro anni: a fine giugno i lavoratori sono 36.148 in meno (-2,1 per cento). Lo rileva uno studio di Unioncamere regionale che ha elaborato i dati del registro imprese Camere di commercio sugli addetti delle localizzazioni di impresa con sede legale in regione o altrove. La tendenza è determinata dai lavoratori dipendenti (-2,2 per cento), mentre è più contenuta negli indipendenti (-1,6 per cento). Per quanto riguarda i settori sono stati i servizi il ‘bersaglio’ principale del Covid-19. Gli addetti, infatti, sono scesi a 987.616 con una riduzione di 34.726 unità (-3,4 per cento), rispetto allo stesso periodo del 2019. La riduzione deriva dal terziario, commercio escluso, che ha pagato duramente, spiega Unioncamere Emilia Romagna, lo scotto delle misure di prevenzione della pandemia: oggi a quota 700.984 e quindi scesi di ben -28.282 unità (-3,9 per cento) con una decisa inversione di tendenza rispetto al trimestre precedente. La dinamica è stata inferiore nel commercio, nel quale gli addetti sono 286.632 con una diminuzione del 2,2 per cento (-6.444 unità). In crescita, invece, i lavoratori delle costruzioni, tengono nell’industria e si riducono nell’agricoltura.