Si è conclusa con una crescita del 5% la vendemmia 2020 nelle Marche: i 857 mila ettolitri rappresentano un quantitativo inferiore alle previsioni, che parlavano di un +10%. Il dato, diffuso da Assoenlogi, Ismea e Unione Italiana Vini, risente soprattutto del clima che ha penalizzato i rossi, con la prima metà di settembre siccitosa e piogge che sono arrivate troppo tardi per recuperare; non sono mancati per altro, durante l’anno, fenomeni meteo estremi che hanno colpito un po’ tutte le province marchigiane. Oltre l’80% della produzione è destinata a Doc, Docg e Igt, vini a denominazione maggiormente distintivi del territorio che valgono, secondo l’ultimo report Ismea/Qualivita, ben 97 milioni di euro. C’è tuttavia una grande preoccupazione nel settore, alla luce delle nuove restrizioni su bar, ristoranti e locali: secondo un’elaborazione di Coldiretti su dati Ismea si va verso un calo del 48% delle vendite per cibi e bevande e, contemporaneamente, c’è stato per i vini marchigiani, nei primi sei mesi, un calo dell’export del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. La pandemia mondiale ha penalizzato soprattutto gli scambi con Cina (–37% di bottiglie vendute), Inghilterra (-10%), Francia (-37%), Spagna (-32%) e Russia (-16%), in questo caso per via delle sanzioni internazionali.