Per le aziende appartenenti ai settori colpiti dalle restrizioni del nuovo Dpcm 24 ottobre il Governo ha assicurato anche indennizzi rapidissimi
Non solo cancellazione della seconda rata dell’Imu e credito d’imposta per gli affitti, ma anche un nuovo e più sostanzioso decreto Ristoro. Per le aziende appartenenti ai settori colpiti dalle restrizioni del nuovo Dpcm 24 ottobre il Governo ha assicurato anche indennizzi rapidissimi a tutti coloro che ne abbiano diritto. Anche se l’approccio “unidirezionale” dell’Esecutivo non piace a molti (“Fatico a capire la direzione del Governo, che deve ascoltare di più le parti sociali.
Nessuno è stato coinvolto, nessuno sapeva dei provvedimenti, nessuno ha potuto dare un aiuto” ha lamentato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi), il ristoro promesso dal premier Conte in conferenza stampa è stato confermato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un’intervista al Tg1.
L’indennizzo riconosciuto alle imprese penalizzate con il nuovo decreto Ristori arriverà entro la metà di novembre e sarà anche superiore a quello erogato nei mesi scorsi. Mesi che, ammette Gualtieri, “sono stati difficili e anche i prossimi lo saranno”, per questo la cifra riconosciuta come ristoro agli esercenti penalizzati dalle nuove regole in vigore da lunedì 26 ottobre e fino al 24 novembre sarà “un po’ superiore”.
“Gli indennizzi arriveranno il più presto possibile, pensiamo che l’Agenzia delle entrate possa erogare questi contributi entro metà novembre, forse già l’11 novembre, perché ci sarà lo stesso meccanismo già autorizzato con il vecchio fondo perduto”, spiega il ministro.
Il decreto conterrà anche la proroga della cassa integrazione e altre misure per un totale di 4-4,5 miliardi. I sostegni riguarderanno 300-350 mila imprese. Le misure riguarderanno quindi sia le attività che sono state temporaneamente chiuse, e cioè palestre, piscine, centri benessere, centri termali, teatri, cinema, sale da concerto, discoteche, sale gioco e impianti sciistici, sia quelle che hanno subito subiranno tagli nell’orario e nei giorni di apertura, e cioè bar, ristoranti, pub, locali, gelaterie e pasticcerie.
Da sottolineare che per poter beneficiare del ristoro, a differenza dei precedenti ristori a fondo perduto, come quello contenuto nel decreto Rilancio di maggio che fissava il tetto dei ricavi annuali a un massimo di 5 milioni, non è necessario avere limiti di fatturato. Per un bar il ristoro minimo dovrebbe essere di 2 mila euro circa, per le attività costrette alla chiusura invece più alto.
La sola operazione ristori a fondo perduto, per cui dovrebbero essere previsti 1,2 miliardi, sarà gestita di nuovo dall’Agenzia delle entrate, per agevolare le procedure, avendo già erogato il contributo del decreto Rilancio.
Gli indennizzi saranno accreditati direttamente sul conto corrente dei beneficiari. Chi ha già fatto domanda in passato riceverà in automatico il nuovo ristoro, chi invece fa domanda per la prima volta “dovrà aspettare un po’ di più”, ma comunque riceverà l’indennizzo “entro l’anno” ha detto Gualtieri.
Secondo le prime indiscrezioni, è probabile che le aziende con fatturato fino a 5 milioni riceveranno l’indennizzo entro metà novembre perché l’Agenzia ha già i loro dati. Mentre le grandi imprese, prima escluse dal ristoro, si vedranno accreditare l’importo entro la fine dell’anno. Il Consiglio dei ministri si riunirà entro martedì 27 ottobre probabilmente per varare il decreto legge ad hoc.
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