L’emergenza coronavirus si fa sentire anche sul comparto siderurgico italiano che chiuderà il 2020 con una flessione della produzione pari al -17%. La stima è stata fornita dal presidente di Federacciai, Alessandro Banzato, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione. Il 2020, ha premesso Banzato, è evidente che sia “un anno particolare”, che a livello produttivo si è tradotto “in una fortissima discesa nella prima parte dell’anno per poi avere un recupero nella seconda parte che ci rende cautamente ottimisti”. Nello specifico, ha spiegato il presidente di Federacciai, “marzo-aprile eravamo finiti a un livello pari a un -40% di produzione rispetto allo stesso periodo 2019”, però “ora vediamo, e ci pare risultato che testimonia la forza del nostro comparto, che potremo riuscire a chiudere l’intero anno con un -17%”. Il tema del recupero nella seconda parte dell’anno – ha sottolineato Banzato – “è molto importante”, anche se “speriamo naturalmente di non dovere rivedere questa previsione e quindi di confermare questi numeri da qui a fine anno”. In ogni caso, ha aggiunto ancora il presidente di Federacciai, “siamo fiduciosi di riuscire a chiudere il 2020 con questo -17%”, chiaramente “una testimonianza che il nostro comparto ha una sua validità molto forte, che ha la capacità di seguire i cambiamenti sistematici che le circostanze ci impongono: questo per noi è motivo di grande orgoglio”. Per quanto riguarda invece le previsioni per il 2021, Banzato si è limitato a dire che, “se si dovessero confermare gli attuali scenari, potremmo guardare all’inizio del 2021 – almeno al primo trimestre – con un cauto ottimismo”. Per l’intero anno, invece, “non ho un outlook da dare, non abbiamo fatto elaborazioni, è difficile farne”, ha concluso Banzato.