Il 10 ottobre verrà inaugurata a Milano, negli spazi della Fabbrica del Vapore, la mostra “Frida Kahlo – Il caos dentro”. In realtà si tratta di qualcosa in più di una mera esposizione di opere di quella che probabilmente è stata l’artista più iconica dell’arte messicana, capace di oscurare anche la fama del marito e amore di una vita Diego Rivera; quello che viene proposto è un viaggio intimo nell’universo di Frida Khalo, da Casa Azul, fedelmente riprodotta in tutte le sue stanze, dalla cosiddetta “Camera dei sogni”, la camera da letto di Frida, dove passò un intero anno della sua vita, inchiodata dalle conseguenze di un incidente che ne logorerà la colonna vertebrale a vita, e dove si avvicinò alla pittura e divenne la prima modella di se stessa grazie ad uno specchio che sua madre montò sopra il letto, in modo tale che si potesse specchiare arricchendo il busto che era costretta a portare e diventando così essa stessa, con il proprio dramma, un’opera d’arte. Si procede poi con la ricostruzione del suo studio, intitolato “L’universo creativo”, dove troviamo lo scrittoio e la scrivania con tutte le boccette dei colori ed i pennelli, il diario di Frida, la sedia rossa impagliata, la scatola con i gessetti colorati, la sedia a rotelle ed il grande cavalletto con il dipinto della natura morta. Da lì si va avanti sul giardino di casa Azul, le aiuole, con i loro muretti gialli e lo sfondo delle pareti blu con le finestre verdi, si estendono attorno alla nota piramide a gradini, colorata di giallo, arancio e blu, e adornata di piante e statuette rappresentanti figure azteche.
Tra le pareti anche la teca blu a muro con gradini e statuette che reca l’iscrizione bianca “Frida y Diego vivieron en esta casa 1929-1954”. Ed è proprio la tormentata storia tra Frida e Diego che è protagonista assoluta del resto della mostra, soprattutto attraverso le fotografie del colombiano Leo Matiz. Naturalmente spazio anche alle opere, dai suoi abiti ai sette busti in gesso che altrettanti artisti contemporanei hanno voluto rielaborare, per concludere il percorso con quindici dei più famosi autoritratti dell’artista messicana e una collezione di francobolli commemorativi emanati nel tempo da diversi stati (oltre al Messico, Niger, Togo, Sierra Leone, Ciad, Mozambico, Serbia, Maldive, Repubblica Centrafricana). La mostra, prodotta da Navigare con il Comune di Milano, con la collaborazione del Consolato del Messico di Milano, della Camera di Commercio Italiana in Messico, della Fondazione Leo Matiz, del Banco del Messico, della Galleria messicana Oscar Roman, del Detroit Institute of Arts e del Museo Estudio Diego Rivera y Frida Khalo; è curata da Antonio Arévalo, Alejandra Matiz, Milagros Ancheita e Maria Rosso e resterà disponibile fino al 28 marzo 2021.