Continua a salire, nel mondo, il numero dei vaccini che sono in fase di sviluppo e anche quelli che hanno raggiunto la fase III di sperimentazione. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio del Milken Institute di Pasadena, sono 213 i vaccini in fase di sviluppo. Appena 42, secondo un recente report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) quelli che sono stati avviati alla sperimentazione sull’uomo. Sono nove quelli che stanno affrontando l’ultima fase di sperimentazione clinica prevista prima della autorizzazione finale. Tra questi, oltre ai 4 vaccini prodotti da aziende farmaceutiche cinesi, anche quello prodotto dal russo Gamaleya Research Institute, e gli americani Moderna e Jansen e gli europei Biontech e AstraZeneca.
“Ci sono 4 vaccini importanti in fase d’arrivo, in preregistrazione di fatto. Appena sarà completata la fase 3 verranno registrati dalle autorità regolatorie sia europee che americane. Questi saranno probabilmente i primi vaccini disponibili. E sarà il momento in cui la sfida da scientifica e di ricerca passerà ad industriale e logistica. Questa è una cosa che deve avvenire per forza entro il primo trimestre del 2021 altrimenti saremo nei guai”. Così Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità. La mia organizzazione – spiega Ranieri Guerra – da una parte ha impostato una alleanza globale su questo, hanno aderito ormai 160 Paesi, per evitare che il vaccino diventi elemento di valutazione e di gestione economico finanziaria, mentre è un bene globale per il quale l’equità deve essere garantita. In secondo luogo, per attrarre un finanziamento sempre di livello globale tale per cui qualche miliardo di persone potrà accedere al vaccino entro il primo semestre o i primi dieci mesi del 2021″ aggiunge. Tra i vaccini che si trovano in fase di pre-autorizzazione potrebbe esserci anche quello sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con la Irbm di Pomezia e con AstraZeneca. Secondo quanto riferito a Bloomberg da una fonte ben informata, lo European Medicines Agency sta per avviare l’esame del vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’Università di Oxford e AstraZeneca. L’inizio della procedura potrebbe essere avviato già questa settimana. Si tratta di un’accelerazione non scontata, dal momento che i test erano stati interrotti all’inizio del mese dopo che, nel Regno Unito, uno dei pazienti che vi si stavano sottoponendo si era ammalato. Se le autorità britanniche avevano ripreso l’esame del vaccino meno di una settimana dopo la sua interruzione, negli Stati Uniti la procedura è ancora sospesa.
I test sono ripresi anche in Sudafrica, Brasile e India e da oggi, anche in Giappone. Il direttore della sezione vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, aveva dichiarato lo scorso luglio che il via libera alla ripresa dei test sarebbe arrivato dopo l’estate e che la prima approvazione di un vaccino avrebbe potuto giungere entro fine anno. In condizioni normali, servono molti mesi perché le autorità esaminino i farmaci sottoposti dalle case produttrici. In casi di emergenza, come una pandemia, viene avviata una procedura accelerata per stabilire se autorizzare l’uso del farmaco. Secondo Bloomberg, per il vaccino di Oxford verrà adottata tale procedura che era stata utilizzata lo scorso aprile per valutare l’efficacia del Remdesivir, che ha poi avuto un via libera condizionato tre mesi dopo. Né l’Ema né AstraZeneca hanno voluto commentare l’indiscrezione. In attesa di ulteriori conferme da parte delle autorità europee, dall’altra parte dell’oceano, il CEO di Moderna Stéphane Bancel, ha spiegato che il loro vaccino non sarebbe disponibile per i cittadini americani prima di Marzo 2021. “Penso che un’approvazione a cavallo tra il primo e il secondo trimestre sia una tempistica ragionevole, basata su ciò che sappiamo dal nostro vaccino”, ha detto al Financial Times. A sollevare dubbi sulla rapidissima disponibilità di un vaccino anche uno studio condotto da ricercatori della McGill University, che hanno pubblicato un articolo sul Journal of General Internal Medicine dopo aver considerato le valutazioni di 28 ricercatori che si occupano di vaccinologia, ai quali è stato sottoposto un sondaggio a giugno 2020, da cui è emerso che, nonostante il ritmo accelerato che si prevede per lo sviluppo del vaccino, una soluzione efficace potrebbe essere disponibile per il prossimo autunno.
“Gli scienziati che abbiamo intervistato – spiega Jonathan Kimmelman, docente presso la McGill University e autore principale dell’articolo – hanno espresso previsioni sullo sviluppo dei vaccini generalmente meno ottimistiche rispetto alle tempistiche espresse dai funzionari pubblici statunitensi, che speravano di commercializzare una soluzione di immunizzazione per l’inizio del 2021”. Il team ha intervistato principalmente accademici canadesi e americani con una media di 25 anni di esperienza lavorativa, chiedendo loro per quando potesse essere verosimile attendere un vaccino efficace.
“Molti esperti ritengono inoltre che possano esserci delle false partenze – aggiunge Patrick Kane, seconda firma dell’articolo – prima che sia disponibile un vaccino efficace. Secondo gli scienziati esiste il 33 percento di probabilità che sul vaccino sia presente un’avvertenza a seguito dell’approvazione e il 40 percento di probabilità che il primo studio sul campo non confermi l’efficacia della molecola”.
Il gruppo di ricerca ha posto tre domande a tutti i partecipanti, chiedendo quando sarà disponibile un vaccino pubblico in Canada e Stati Uniti, quando uno studio con almeno cinquemila partecipanti potrebbe portare a risultati significativi e quando è ragionevole attendere un vaccino per le persone più vulnerabili. Le risposte sono state piuttosto coerenti, indicando marzo/aprile 2021 come probabile periodo di disponibilità del vaccino per le persone più vulnerabili, posticipato di circa sette mesi per il pubblico in generale. “Il nostro lavoro – commenta Stephen Broomell, docente presso la Carnegie Mellon University e coautore dell’articolo – dimostra che gli esperti sono ampiamente d’accordo sulle tempistiche da attendere per un vaccino efficace contro il nuovo coronavirus, tempistiche che, seppur non in linea con l’ottimismo governativo, prevedono un ritmo più rapido rispetto allo sviluppo di vaccini precedenti”. Se i ricercatori americani e canadesi sono scettici circa la rapida approvazione di uno dei vaccini in fase di sperimentazione clinica, quelli dell’African Center of Excellence for Genomics of Infectious Diseases (ACEGID) guidati da Christian Happi, biologo molecolare e genetista stanno cercando i soldi per portare in sperimentazione clinica il loro vaccino che ha appena superato la fase di sperimentazione sugli animali. “Siamo stati in grado – dice Happi – di identificare un anticorpo neutralizzante che potrebbe abbattere fino al 90 per cento dei virus”. Il nuovo vaccino si basa sulle sequenze genomiche del nuovo lignaggio del Coronavirus , che sono state trovate nel continente africano. Il team di ricercatori che sta dietro lo sviluppo del vaccino ha anche condotto studi genetici umani su molte persone africane. Hanno applicato i dati raccolti dagli studi sul processo di sviluppo del vaccino. Happi afferma che se riceveranno fondi, il vaccino sarebbe pronto entro 12 mesi dall’inizio delle sperimentazioni sull’uomo. “Stiamo cercando – sottolinea – di vedere se il governo nigeriano può finanziarlo, ma non abbiamo ricevuto alcun finanziamento dal governo”.
Il tema del finanziamento e dello sviluppo di nuovi vaccini nei paesi più poveri e l’accesso ai vaccini da parte di ampie fette della popolazione mondiale, continua a tenere banco. La Banca Mondiale ha chiesto al suo Comitato Esecutivo di approvare un finanziamento aggiuntivo di 12 miliardi di dollari per aiutare i paesi poveri ad acquistare e distribuire vaccini contro il Covid-19. “Un vaccino Covid-19 efficace e sicuro è il modo più promettente per il mondo per riaprire in sicurezza”, afferma un portavoce. “L’economia globale – chiosa – non si riprenderà completamente finché le persone non sentiranno di poter vivere, socializzare, lavorare e viaggiare con fiducia”.