“Quella di quest’anno sarà l’edizione di ‘Terra Madre Salone del Gusto’ più grande di sempre. Noi impiegheremo tutte le nostre forze per far vedere che esistono migliaia di comunità, composte da contadini, artigiani, produttori, pescatori, che sviluppano un’economia al servizio dei beni comuni, a livello territoriale, in tutto il mondo. E loro, in un certo senso, ospiteranno Torino e il Piemonte in ogni angolo del mondo”. Così il presidente di Slow Food Carlo Petrini ha presentato, a Torino, l’edizione 2020 di “Terra Madre Salone del Gusto”, che sarà inaugurata il prossimo 8 ottobre e proseguirà per sei mesi con un format completamente diverso dal solito. “Terra Madre Salone del Gusto 2020” sarà, infatti, una manifestazione unica, nella quale Slow Food “metterà assieme presenza fisica – con eventi che naturalmente vedono protagonisti in primis Torino e il Piemonte – e accessibilità online”.
“Il nuovo modello – ha osservato la sindaca di Torino Chiara Appendino – è una scelta innovativa che, in un momento di oggettiva difficoltà per l’organizzazione di eventi nella maniera più tradizionale, ha consentito di trasformare un ostacolo in una opportunità, permettendo al contempo di mantenere Torino e il Piemonte al centro dell’evento e di allargare gli orizzonti della manifestazione”.
“Sarà una edizione diversa – ha sottolineato il presidente del Piemonte Alberto Cirio – come diverso è il periodo che stiamo vivendo, ma ciò che desideriamo trasmettere è che il Piemonte c’è, è in salute ed è pronto con tutte le sue eccellenze ad accogliere i turisti con professionalità e sicurezza”. Il claim dell’edizione 2020 è “Our Food, Our Planet, Our Future”. “Il mondo intero sta vivendo una triplice crisi – ha affermato Petrini – climatica, economica e pandemica. Serve una visione di cambiamento profondo. Richiederà tempo, ma si intravedono già i semi nell’economia espressa dalle comunità di Terra Madre. È giunto il momento di riconoscere e amplificare il valore di queste comunità in tutto il globo”. Ed ancora: “il messaggio è forte e chiaro: in questo anno segnato così pesantemente dalla sofferenza per la pandemia di Covid-19, dalla crisi economica globale, dai lockdown in tutto il mondo, c’è un valore che non soltanto non è stato cancellato, ma anzi è stato rimesso in primo piano e della sua importanza in tanti, finalmente, hanno acquisito consapevolezza: il valore dell’essere parte di una comunità”.
“Abbiamo deciso di cambiare le lenti con cui leggiamo la realtà, mettendo da parte i confini nazionali e focalizzandoci invece sugli ecosistemi, – ha spiegato Serena Milano, segretaria generale della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus – cioè sulla relazione tra gli esseri umani e la natura, per comprendere i problemi che toccano tutti, indipendentemente dalla latitudine e dal continente. Parleremo di Terre alte (cioè montagne e colline), Terre basse (ovvero le pianure), Terre d’acqua (mari, fiumi e laghi) e del rapporto tra città e campagna: grazie alle testimonianze dalla rete Slow Food cercheremo di raccontare idee, proposte e soluzioni”.