Avrebbe restituito tutti i colpi che la vita le aveva inferto: da ragazzina insolente prima, da adolescente viziosa e da sposa ribelle poi, aveva dovuto subire gli schiaffi, i rimproveri e la rabbia di chi voleva far di lei una donna rispettabile.. Dall’autrice Premio Goncourt, il primo volume della trilogia Il paese degli altri: una saga famigliare che copre tre generazioni, dal 1946 ai giorni nostri, tra il Marocco, la Francia e New York. Un romanzo dall’intreccio magistrale, illuminato dalla forza e dalla profondità delle sue protagoniste femminili, in perenne lotta per la propria emancipazione.
Nel 1944, durante la guerra, Mathilde, una giovane alsaziana, s’innamora di Amin, un soldato marocchino che combatte nell’esercito francese contro l’occupazione nazista. Lui è affascinato dalla vitalità e dalla libertà di Mathilde; lei è sedotta dalla bellezza e dalla sensibilità dell’uomo. Al termine della guerra decidono di sposarsi e di trasferirsi nei dintorni di Meknes, dove Amin aveva ereditato un terreno che sognava di trasformare in una fattoria moderna. Ma l’impatto con la nuova realtà è traumatico per entrambi. Mathilde deve imparare a vivere in un mondo fatto di regole che non comprende e non condivide mentre Amin scopre a sue spese che non è facile essere un proprietario terriero né un marito moderno e liberale in un paese come il suo.
Nonostante le difficoltà e i contrasti il loro amore e la dedizione ai figli, Aisha e Selim, prevalgono anche quando, con l’esplodere della lotta per l’indipendenza del Marocco, la Storia torna a bussare alla loro porta.
Leila Slimani ci regala un romanzo dall’intreccio magistrale, illuminato dalla forza e dalla profondità delle sue protagoniste femminili. Perché tutti, in questa storia, vivono nel “paese degli altri”. Ci vivono i coloni francesi ospiti indesiderati dei marocchini che, a loro volta, sopportano a fatica il giogo degli europei. Ci vivono i soldati, costretti ad operare in un territorio ostile, così come i contadini che lavorano una terra che non appartiene a loro. Ma sono soprattutto le donne, costrette a vivere nel paese degli uomini, a dover lottare per la loro emancipazione.