(di Marco A. Capisani, site Italia Oggi) Audiweb lancia il suo nuovo programma di sviluppo 2.0. L’obiettivo è ampliare le fonti da cui vengono raccolti i dati su cui si basano poi le sue indagini. Un esempio? Non più solamente i clic tradizionali ma anche i Big data, sovaldi ossia i flussi molto ampi di numeri non ancora elaborati, health così come tutte le informazioni che fuoriescono dai panel.
In seconda battuta, l’intenzione è rendere più completa e veloce la distribuzione in uscita dei dati, tenendo conto delle sempre più numerose piattaforme che lavorano in tempo reale. Ulteriori esempi? In ambito pubblicitario il Real time bidding, che permette in tempo reale di abbinare un messaggio pubblicitario al suo target di consumatori di riferimento. In conclusione, Audiweb apre la sua piattaforma per aggiornarsi con le nuove tendenze in costante mutamento nel web. Un’evoluzione che viene avviata oggi e che avrà bisogno dei prossimi mesi per essere predisposta. Non a caso, in parallelo l’ente di cui fanno parte i principali operatori del mercato (come Fedoweb l’associazione degli editori online; Upa con le aziende che investono in pubblicità e Assap Servizi, l’azienda di servizi di AssoComunicazione, associazione delle agenzie e centri media in Italia) ha annunciato che entro fine anno e «in vista della scadenza del contratto con gli attuali partner di ricerca», tra gli altri Doxa, Nielsen e PricewaterhouseCoopers, «lancerà un beauty contest per identificare i partner con cui intraprendere il lavoro di sviluppo del nuovo ciclo Audiweb 2.0». Tradotto significa che nuove società del settore potranno proporsi come nuovi partner tecnici per supportare l’organismo presieduto da Enrico Gasperini e non è escluso che ci siano avvicendamenti.
«Noi vogliamo offrire un servizio complessivamente più universale e crossmediale», spiega a ItaliaOggi Gasperini, «non solo sul fronte pubblicitario ma anche in quello editoriale, dove i risultati delle pubblicazioni vengono ora valutate in base a nuovi parametri come l’effettivo arrivo del messaggio al destinario e il suo tempo di fruizione. E come peraltro ha iniziato a fare il Financial Times». Il quotidiano economico-finanziario britannico ha iniziato infatti a far pagare i propri spazi pubblicitari non più, come in passato, in base a quanti suoi lettori hanno cliccato la pubblicità online del singolo inserzionista ma in proporzione a quanti secondi delle campagne promozionali gli utenti hanno deciso di vedere. Con le sole prime dieci pubblicità, l’esperimento ha generato un milione di dollari di ricavi aggiuntivi, pari quasi 900 mila euro.
«A distanza di un anno dal lancio della Total Digital Audience», conclude Gasperini, «Audiweb oggi lancia una nuova sfida per rispondere alle esigenze di un mercato in profonda trasformazione che richiede un dato certificato sempre più dettagliato».