Hypercorsivo di Massimo Donelli
A volte certe foto parlano. Oh, doctor se parlano! Gridano addirittura. Improvvisamente ti sbattono in faccia la realtà. Spiazzano. Le guardi e, letteralmente, resti a bocca aperta.
Possibile? No, non ti sembra possibile.
E, invece, l’immagine che hai appena osservato dice l’esatto contrario: ecco qui la prova, hai sbagliato.
Credevi una cosa, ne scopri un’altra.
Sabato 23 maggio, per esempio, è successo proprio così a coloro che ancora conservano lucidità di analisi nell’Italia ormai stordita dalla torrenziale logorrea di Matteo Renzi.
Una fotografia, pubblicata a pagina 12 del Corriere della sera e apparsa anche sull’Huffingtonpost, mostra il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che indica un punto imprecisato al premier, il quale obbedisce con lo sguardo e ascolta attentamente ciò che il suo compagno (si dice ancora così?) di partito gli sta raccontando.
Volete sapere chi è De Luca?
Qui trovate la sua sintetica e pepata biografia.
Su Google vi basterà scriverne nome e cognome per avere una pioggia di risultati.
Se, poi, volete divertirvi, visitate il sito di Striscia la notizia e avrete solo l’imbarazzo della scelta a visionare i molti video che lo riguardano.
Oppure gustatevi la meravigliosa imitazione del mitico Maurizio Crozza.
Se, invece, non avete voglia di andare in giro per il web e, però, siete curiosi di saperne di più, eccovi accontentati:
1) sindaco di Salerno, De Luca non ha ancora mollato la cadrega nonostante i giudici per ben due volte lo abbiano dichiarato incompatibile con la carica;
2) condannato per abuso d’ufficio, si è candidato alla guida della regione Campania (le votazioni saranno domenica 31 maggio) infischiandosene della legge Severino, quella che ha costretto Berlusconi a lasciare il Parlamento;
3) ieri comunista, oggi nel Pd, ha imbarcato chiunque, perfino i fascisti e Ciriaco De Mita (no, non è un caso di omonimia: è proprio il preistorico De Mita di Nusco, quello che pronuncia d la t), pur di diventare, a 66 anni, governatore.
Se volete il prototipo di politico da – renzianamente – rottamare, eccolo qui: nessuno meglio di De Luca incarna il peggio della Prima Repubblica.
Eppure Matteo è andato in visita a Salerno (snobbando l’insidiosa – per lui – Napoli), lo ha accompagnato per ogni dove, lo ha perfino baciato sulla guancia esaltandone le virtù amministrative.
Perché lo ha fatto?
Perché questa improvvisa svolta di Salerno?
E, soprattutto, che cosa insegna la desolante faccenda?
Almeno tre verità.
Prima verità. Il presidente del Consiglio ha ormai messo tutti a cuccia, dalla minoranza del suo partito agli organi di informazione. Che, nel timore di portare acqua al mulino di Matteo Salvini o a quello di Beppe Grillo, usano i guanti bianchi perfino quando si azzardano a farlo oggetto di (pacatissime) critiche. Quindi Matteo può permettersi di dire e contraddirsi; di promettere e non mantenere; perfino di infuriarsi con i giudici della Corte costituzionale (spingendo il presidente Alessandro Criscuolo a replicare). In ciò evocando le parole velenose che gli ha riservato l’ex direttore del Corriere della sera, Ferruccio de Bortoli: da “giovane caudillo” a “maleducato di talento”.
Seconda verità. Una domanda ingenua: ma Renzi non doveva rottamare tutti quelli alla De Luca? Anziché rottamato, Vincenzo è stato platealmente appoggiato da Matteo. Perciò, se sarà eletto si renderà urgente metter mano alla legge Severino consentendogli, così, di appoggiare le terga sulla poltrona di presidente della Campania. Un altro schiaffo alla certezza del diritto dopo quello rifilato ai pensionati. Ma anche uno schiaffo alla decenza: che cosa dovranno pensare i sostenitori (sempre meno) di Silvio l’incandidabile? Che ci sono due pesi e due misure?
Terza verità. Il pastrocchio di liste che appoggiano De Luca è il manifesto del fallimento della Seconda Repubblica. Ma c’è un balletto di alleanze e divisioni assolutamente incomprensibile e totalmente disgustoso anche nelle altre sei regioni chiamate a scegliere in questa tornata. Ergo: quando si conteranno i voti e si scoprirà la vastità dell’astensione, non risulterà difficile capire perché sempre più italiani disertano le urne. Hanno, semplicemente, l’urto di vomito. E i baci, i sorrisi, le carezze di Renzi a De Luca non fanno e non faranno null’altro che aumentare la distanza tra i cittadini e i palazzi del potere.
Morale…
Con buona pace del jeune florentin (e di tutto il suo modernismo proclamato quotidianamente via Twitter), possiamo tranquillamente affermare: molto, ma molto meglio la svolta di Salerno di Palmiro Togliatti. Quella salvò l’Italia. Questa la fa scivolare un altro po’ verso l’indecenza.
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