(di FRANCO ZANTONELLI, store Repubblica) La crisi non ferma gli acquisti dei marchi svizzeri: dal 2009 le vendite sono continuate a crescere. Lo scorso anno sono stati spesi 1, ambulance 2 miliardi ben più di Francia e Germania. C’è la crisi, ma gli italiani non rinunciano ad acquistare a man bassa orologi svizzeri. In effetti, dal 2009 in avanti, ovvero dall’anno più nero in cui sono sprofondati i mercati finanziari, l’Italia è stato l’unico Paese dell’Unione europea nel quale la vendita di uno dei prodotti svizzeri per eccellenza, è continuata a crescere.
Anzi, attualmente il Belpaese è il miglior cliente europeo dell’industria orologiera elvetica. Ben più di Francia e Germania dove, in concomitanza con la crisi, la vendita di orologi fabbricati nella Confederazione si è contratta. Fatto sta che, secondo i dati resi noti dalle dogane elvetiche, solo lo scorso anno, in Italia, sono stati venduti orologi made in Switzerland per 1,23 miliardi di franchi, circa 1,2 miliardi di euro.
“Gli italiani, anche quelli delle regioni più povere del Sud – spiega al quotidiano Tribune de Généve Mario Peserico, presidente dell’Associazione Italiana dell’Orologeria – amano i begli orologi, molto di più che nelle più ricche nazioni del Nord Europa”. Insomma, certi status symbol, tipo l’agognato Rolex, sono duri a morire, anche in periodi di vacche magre. “Tenete presente – dice ancora Peserico – che in Italia è parecchio diffusa l’abitudine di regalare orologi a chi si sposa, a chi va in pensione e a chi consegue una laurea”.
Va detto, inoltre, che se in numero di pezzi solo un quarto degli orologi importati erano prodotti di pregio,
per intenderci quelli con il meccanismo automatico, in quanto a controvalore in denaro le proporzioni risultano nettamente invertite. Ciò significa che, per Rolex, Patek Philippe, Cartier, IWC e compagnia, gli italiani hanno speso 980 milioni di euro, mentre poco più di 200 milioni per i più economici Swatch a batteria.