Dalla piattaforma con oltre 40 milioni di utenti attivi ogni giorno alle hit parade di mezzo mondo: è successo a Lil Nas X, a Roddy Ricch, Doja Cat, iLOVEFRiDAY, Beach Bunny e anche ad alcune artiste italiane. È l’inizio di una nuova era, fatta di challenge e di un giovane pubblico sovrano
Da social network per teenager e patria di giovanissimi talenti, TikTok sta trovando ora una strada più artistica. Negli Usa sono già numerosi gli utenti diventati cantanti da classifica dopo aver conquistato il successo sulla piattaforma in stile karaoke nota in passato come Musical.ly. Un fenomeno che si sta diffondendo anche in Italia e che può cambiare, almeno in parte, l’industria musicale. Non per forza in peggio, dato che l’eterogeneità di questo mondo aumenta e potrebbe essere di nuovo il talento ad avere la meglio.
È la melodia che fa appassionare alle canzoni, quella che permette loro di entrare – anche involontariamente – nella testa di chi le ascolta. E se in molti hanno provato la noia che può sopraggiungere dopo diversi “repeat” dello stesso brano, questo potrebbe non accadere alla generazione dei nativi digitali abituati a TikTok, dove a ogni tocco del pollice corrisponde un nuovo video con la medesima colonna sonora. Il che favorisce la nascita di hit musicali istantanee. Ecco perché i giovani artisti americani decidono di caricare le proprie canzoni sul sito di proprietà cinese, un po’ come capitava negli anni 2000 con MySpace. Una volta ottenuta una certa dose di viralità grazie alle condivisioni dei followers, sono le case discografiche a contattare “gli utenti più talentuosi” e a portarli in classifica. Il primo che ha trovato così la fama è stato Lil Nas X, che con la sua Old Town Road ha dominato le chart d’oltreoceano e si è guadagnato un contratto milionario. Le sue orme sono state seguite dal rapper Roddy Ricch, da Doja Cat, dal duo iLOVEFRiDAY e dalla band rock Beach Bunny. Tutti, prima di entrare nelle classifiche ufficiali, hanno visto i loro singoli dettare il ritmo ai balletti di milioni di TikToker. Le label hanno preso nota e adesso avviene anche il percorso inverso, ovvero dalla notorietà a TikTok.
Non stupisce, dunque, che superstar del calibro di Justin Bieber e Drake abbiano scelto, in vista del lancio dei rispettivi nuovi album, di proporre delle challenge su TikTok, proprio rendere i pezzi virali. Addirittura, alcuni esperti del settore hanno accusato i due di aver creato dei ritmi ripetitivi con il chiaro intento di essere usati nei video del social network in questione. Ciò non fa che accrescere il valore di TikTok, tanto che nelle ultime classifiche di Billboard ci sono svariati singoli riconducibili al portale. E gli emulatori non mancano: Dubsmash è un sito simile dove ha preso il via il successo del rapper Calboy, Triller è usato per le coreografie e Lasso è il tentativo di Facebook, finora senza successo, di entrare nel settore. YouTube con il programma Shorts è in procinto di fare altrettanto. E in Italia? Le giovanissime Marta Daddato e Anna (che con la sua Bando ha ottenuto persino la consacrazione della featuring con Gemitaiz & MadMan) ne sono la prova: entrambe hanno trovato successo attraverso TikTok prima di arrivare in radio.
Se a partire dagli anni ’80 ci eravamo abituati ad artisti “nati a tavolino” e in un certo senso imposti dalle major, TikTok e simili sembrano ridare potere al pubblico, che con i click e i tap può decidere chi mandare in classifica. Una sorta di televoto digitale che, però, non sempre mette al centro il più talentuoso, ma che di certo premia la diversità e le minoranze, come nel caso degli artisti americani appena citati e delle due giovani rapper italiane (che stanno scardinando così un genere ancora troppo maschile). È evidente, poi, che la generazione Z non abbia timore di concedere la fama a chi non aveva chance di raggiungerla fino a poco tempo prima. Aspettiamoci, dunque, sempre più artisti provenienti dal mondo social.
Wired.it