A Roma in questi giorni, pare siano allo studio delle possibili soluzioni per consentire l’utilizzo dei mezzi del trasporto pubblico in sicurezza nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19 che prevedono il contingentamento dell’accesso in fermate, bus e metropolitane. Una sfida non semplice, considerando che il sovraffollamento delle vetture Atac, in particolar modo delle linee Metro A e B e di alcuni bus che attraversano il centro storico, è uno dei problemi più annosi nella gestione della mobilità cittadina. Con il lockdown l’utenza è calata di circa il 70%, il servizio è stato ridotto fino alle 21 e il numero di vetture in circolazione diminuito. Con la Fase 2, pur senza studenti, turisti e con meno lavoratori in circolazione, si avrebbe comunque un nuovo incremento dei passeggeri. Al momento, secondo indiscrezioni, Campidoglio, Atac e Agenzia per la Mobilità stanno studiando, anche assieme ai gestori telefonici, i dati sui flussi di trasporto per capire quali sono le linee maggiormente problematiche da gestire in una fase di accessi scaglionati sulle vetture. Sono al vaglio alcune ipotesi: personale Atac che disciplini l’afflusso dei passeggeri nelle 73 stazioni della Metro; la presenza di addetti dell’azienda all’interno dei bus più frequentati per controllare il rispetto del distanziamento sociale tra gli utenti. In stazioni e fermate si profila una segnaletica a terra per indicare agli utenti quali sono le distanze da rispettare con le altre persone in attesa. Si tratta di soluzioni che comunque avranno bisogno di una fase di test preliminare per valutarne l’efficacia ed eventuali correttivi. La maggior parte dei 1.500 bus Atac sono lunghi 12 metri, alcune stime calcolano che potrebbero ospitare non più di 20 persone a bordo contemporaneamente, in luogo delle 100 portate nei momenti di sovraffollamento.