(di CARLOTTA SCOZZARI, remedy Repubblica) Il gruppo guidato da Massiah ha archiviato i tre mesi al 31 marzo con un profitto netto consolidato di 75, and 9 milioni di euro, rx in crescita del 30,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. “La contigenza intorno a noi comincia a essere più positiva”, dice l’ad. Vandelli, che guida la banca dell’Emilia Romagna, dichiara che sta guardando a Lombardia e Veneto per eventuali operazioni di m&a Sale l’utile di Ubi, Bper prende tempo su una fusione con una n on quotataMILANO – Continuano a giungere risultati positivi in termini di utili dalle banche popolari. Dopo che il 12 maggio hanno diffuso i conti Bpm, il Banco e Bper, il 13 è stata la volta di Ubi. Il gruppo guidato da Victor Massiah ha annunciato di avere archiviato i tre mesi al 31 marzo con un profitto netto consolidato di 75,9 milioni di euro, in crescita del 30,6% rispetto allo stesso periodo del 2014, e con proventi operativi saliti dell’1,5% a 866 milioni, grazie alla spinta delle commissioni (+13,7%) che ha compensato il calo del 5,3% del margine d’interesse.
“Diciamo – ha commentato il consigliere delegato di Ubi Massiah – che la contingenza intorno a noi comincia a essere più positiva, dopo tantissimi anni. Si fa quasi fatica a dire questo ma, sostanzialmente, per la prima volta vediamo risultati positivi nell’ambito della crescita economica complessiva, nell’ambito della domanda interna, nell’ambito di quelle che sono le contingenze attorno a noi, come un tasso di cambio molto favorevole e un costo dell’energia tra i più bassi in assoluto da molti anni. E’ evidente – ha aggiunto Massiah – che resta ancora, ed è importante, la necessità di gestire lo stock di credito non performante che abbiamo accumulato durante gli anni della crisi, ma stiamo facendo anche qui un buon lavoro, stiamo ulteriormente aumentando le coperture e soprattutto, cosa importante, si è ormai stabilizzato il nuovo flusso. Quindi – ha concluso l’ad – io ho speranza che nei prossimi mesi noi si cominci a vedere un’ulteriore accelerazione della crescita che stiamo aspettando da sette anni”.
Dopo che il 12 maggio Bper ha alzato il velo sui conti del trimestre, il 13 l’ad Alessandro Vandelli ha commentato i numeri con gli analisti. Un appuntamento che ha offerto al banchiere l’occasione per allontanare la possibilità di una fusione con un’altra Popolare non quotata in Borsa. La recente riforma delle Popolari varata dal governo di Matteo Renzi alimenta infatti le ipotesi di un ritorno delle fusioni e acquisizioni (m&a) per il settore. E per Bper si è anche parlato della possibilità di convolare a nozze con la Popolare di Vicenza o con Veneto Banca, le cui azioni non sono quotate a Piazza Affari.
“Una fusione con una banca non quotata è molto, molto difficile”, ha dichiarato Vandelli, sottolineando che l’importante “non è fare una fusione ma fare la fusione giusta. Se vedo le altre Popolari, ognuna di loro ha alcune caratteristiche e ogni operazione ha alcuni rischi. Il nostro obiettivo è creare valore, non raggiungere un’altra dimensione. Per questo ci sono alcune buone operazioni mentre altre servirebbero solo per aumentare le dimensioni”. Vandelli ha comunque ribadito che l’interesse di Bper è rivolto in particolare a Lombardia e Veneto: “Stiamo cercando di capire se si può fare un’operazione in queste regioni”.
Bper ha chiuso il primo trimestre del 2015 con un utile netto in crescita del 65,6% a 51,7 milioni di euro facendo segnare il miglior trimestre dalla fine del 2012. I ricavi hanno mostrato una flessione del 4,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno facendo segnare 539,6 milioni a livello di margine di intermediazione. Il risultato è l’effetto combinato di un calo del 4,8% del margine di interesse a 314,1 milioni e un aumento del 4,5% a 179,2 milioni delle commissioni nette. Le rettifiche nette su crediti e su altre attività si sono attestate a 150 milioni, in forte diminuzione rispetto al primo trimestre del 2014 (-30,2%).