Sono circa 34 milioni gli italiani che si collegano a Internet utilizzando smartphone o tablet, spendendo in media circa 2 ore al giorno e per il 71% di questi mobile surfer tra le attività svolte assumono un peso significativo la ricerca di informazioni, gli acquisti, le attività di contatto e di relazione con i brand. In particolare il 56% di loro utilizza lo smartphone per fare acquisti online e, tra questi, circa il 40% lo fa solo o prevalentemente tramite questo device.
Sono alcuni dei risultati emersi dall’Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of management del Politecnico di Milano presentati ieri. «Se fino a qualche anno fa parlavamo di infocommerce», ha commentato Raffaello Balocco, responsabile scientifico dell’Osservatorio, «oggi lo smartphone è a tutti gli effetti un canale di vendita. Nel 2019 il mobile commerce vale il 40% del totale e-commerce b2c e, tenuto conto dei tassi medi di crescita che sta mostrando negli ultimi anni rispetto al desktop, si prevede che diventerà il primo canale per gli acquisti online tra il 2020 e il 2021».
Per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari sul canale mobile in Italia sono cresciuti del 20% nel 2019 e hanno raggiunto quota 1,7 miliardi di euro. Lo smartphone diventa così il mezzo principale dell’Internet advertising (sul mercato raggiunge, infatti, una quota del 52% contro il 48% della componente desktop più tablet). «In questo scenario, a farla da padroni nella raccolta pubblicitaria sono gli over the top», ha puntualizzato Marta Valsecchi, direttore dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy, «che pesano l’84% del totale mobile advertising e che contribuiscono fortemente alla crescita: l’89% dell’aumento del 2019 deriva, infatti, da loro. Si tratta di una situazione che ormai permane da diversi anni e che richiede agli altri attori forti investimenti per differenziarsi e accrescere i propri ricavi; da questo punto di vista rispetto al 2018 si è effettivamente osservata una crescita maggiore anche dei ricavi da parte degli altri player».
La crescita complessiva del mercato è legata da una parte a un ruolo sempre più importante dello smartphone nelle pianificazioni multipiattaforma, dall’altra a un incremento della fiducia verso il mobile e in particolare verso le mobile app, un aumento della voglia di sperimentare soluzioni nuove e una maggiore comprensione di come sfruttare al meglio i dati e le creatività mobile da parte degli inserzionisti. Questo ha dato una spinta importante anche agli investimenti mobile only.
A livello di formati spicca il video che presenta la crescita maggiore (+35%), diventando così la parte predominante del mercato con un peso del 39%. Al secondo posto si posiziona il display advertising (video esclusi), in crescita del 7%, che mantiene una quota pari al 35% del mercato. Tra i fenomeni che hanno contribuito alla crescita degli investimenti annoveriamo anche la disponibilità di formati maggiormente efficaci su mobile, in particolare nativi mobile (come ad esempio i video verticali). Search advertising e classified advertising rimangono invece penalizzati su mobile per via delle loro logiche di acquisto tipicamente a performance, visto che in particolare nei settori dove il processo di pagamento è lungo l’utente passa al desktop per la finalizzazione. A questo si somma, in particolare per gli ultimi due formati citati, una minore monetizzazione, a parità di visualizzazioni, del mobile rispetto al desktop.
ItaliaOggi