“Siamo vicini al punto di non ritorno. Devono essere necessariamente prese le misure d’emergenza che gli armatori stanno richiedendo urgentemente oppure non ci sarà altra alternativa al blocco dei collegamenti nazionali operati dai traghetti”: è l’avvertimento lanciato dal presidente di Assarmatori, Stefano Messina (nella foto). “Non una serrata ma l’inevitabile approdo del collasso generale di quella che finora rappresenta un’eccellenza mondiale nel nostro Paese, l’Italia con 350 navi ha la più grande flotta di navi ro-ro pax al mondo, ma da quando è esplosa l’epidemia Covid-19 la situazione si è fatta insostenibile”.
Secondo Messina non è più il tempo della diplomazia: “Non è il momento di nascondersi dietro le parole perché forse non a tutti è chiara la drammaticità della situazione”. “Facendo i raffronti con i risultati delle medie degli ultimi anni”, ha spiegato, “le compagnie armatoriali operanti in questo settore nell’ultimo mese hanno incassato circa cinquanta volte di meno (non un quinto, ma proprio 50 volte di meno)”.
Per effetto delle restrizioni alla mobilità, infatti, i traghetti non possono più imbarcare passeggeri se non per limitatissimi casi di comprovata urgenza, ma l’incertezza sul futuro ha completamente azzerato anche le prenotazioni, da questi giorni sino ai prossimi mesi, quelle che in primavera e soprattutto in estate assicurano il flusso di cassa indispensabile alla tenuta dei conti e alla continuità aziendale, ha denunciato Messina.
“Le aziende che garantiscono il trasporto passeggeri, infatti, hanno strutturalmente un margine operativo lordo negativo da ottobre a marzo, poi tra la primavera e l’estate incassano quanto serve per riportare i conti in equilibrio”, ha spiegato il presidente di Assarmatori.