Tempo di emergenza e purtroppo tempo di disinformazione. Su Whatsapp, su Facebook ma anche su Twitter e Instagram. Per evitare di incappare in informazione false, vogliamo fornirvi alcuni consigli pratici per capire se le notizie che state leggendo sono fondate:
1. Nei gruppi di WhatsApp quando circolano messaggi, video o registrazioni audio inoltrati, chiedere sempre al mittente la fonte di provenienza. Talvolta possono essere messaggi falsi divenuti virali. Si pensi al messaggio audio della parlamentare renziana Sbrollini, in cui si sosteneva che il coronavirus sarebbe diventato più letale;
2. Nei gruppi WhatsApp condividere notizie e indicazioni derivanti da fonti attendibili per evitare di scatenare panico e confusione. Prima di inviare contenuti delicati (vittime, contagi e provvedimenti), verificare attentamente la loro veridicità. Anche trenta secondi di riflessione e ricerca possono essere decisivi per evitare la diffusione di fake news;
3. Su Facebook e Twitter, nel caso di articoli dai titoli roboanti, verificare sempre l’attendibilità del sito o della piattaforma che li rilancia. Nel caso la fonte risulti oscura, inserire nei motori di ricerca il titolo per controllare che la notizia sia riportata da altri siti;
4. Nei gruppi Facebook diffidare dei messaggi scritti dagli utenti che consigliano soluzioni miracolistiche o che interpretano norme. Mantenere come fonti di informazione sempre e solo i canali ufficiali. Segnalare agli amministratori i post dubbi;
5. Sui social, quando possibile, soprattutto per politici molto noti, verificare che ci sia la spunta blu a fianco del nome dell’account. Tale spunta certifica che si stia interagendo con un profilo ufficiale. In questo modo si evita di incappare in profili fake e parody;
6. Tenere sempre gli occhi aperti quando si naviga sui social. Se i testi sono scritti in uno stile claudicante e poco giornalistico, magari con un lessico inappropriato per il tema, potrebbe trattarsi di un contenuto fake;
7. Informarsi sempre sui canali ufficiali: il sito del governo (governo.it), il sito del ministero degli interni (interno.gov.it), il sito della protezione civile (protezionecivile.gov.it) e quello della polizia (poliziadistato.it). E poi tramite le tradizionali fonti di informazione online e offline.
Martino Loiacono, ItaliaOggi