Pesche, pomodori, lollo rossa e lollo verde più salutari ed eco-compatibili grazie ai raggi UV-B e UV-A, con il nuovo metodo di agricoltura 4.0 ideato da Annamaria Ranieri, docente di Composti bioattivi e Nutraceutica nel Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa. La ricercatrice, che da molti anni fa parte di un team internazionale che studia gli effetti delle radiazioni UV-B sia a livello di ecosistemi che di produzioni agricole, presenterà l’innovativa tecnica che permette di ottenere la ‘superfrutta’ al Novelfarm, la fiera internazionale su agricoltura e innovazione in programma a Pordenone dal 19 al 20 febbraio. Ma come si ottengono le super pesche e i super pomodori e quali effetti avranno nella produzione ortofrutticola sia a livello industriale che hobbystico? La studiosa lo spiega: “la presenza e la qualità della luce è molto importante per far crescere le piante sane e con elevate proprietà organolettiche e nutrizionali. L’impiego dei raggi UV-B e/o UV-A ai quali i frutti vengono esposti in post-harvest, per un certo periodo di tempo che può variare, a seconda della specie e della varietà, ha dimostrato un vistoso incremento di polifenoli e, all’interno di questa classe, dei flavonoidi, composti antiossidanti che portano benefici alla nostra salute”. L’aumento valutato dagli studiosi è notevole arrivando anche a 5-6 volte, un dato che ha anche un ulteriore effetto: “L’aumento dei livelli di questi composti, induce anche un aumento della resistenza contro attacchi di patogeni. In parole povere: è possibile diminuire l’impiego di fitofarmaci”. Ma c’è di più, perché, aggiunge la professoressa Ranieri: “La somministrazione delle radiazioni aumenta la shelf-life, cioé la possibilità per gli alimenti sottoposti all’irraggiamento, di essere conservati più a lungo mantenendo inalterata la qualità”. Un perfetto binomio fra ecocompatibilità e nutraceutica. I primi esperimenti condotti dal gruppo di ricerca pisano si è soffermato sulle pesche: “Le abbiamo colte dall’albero – racconta la docente – le abbiamo messe in una cella esponendole per alcuni minuti alle radiazioni. Portate poi fuori dalla cella, le abbiamo lasciate a temperatura ambiente per un certo numero di ore durante le quali abbiamo monitorato i livelli dei fenoli. E’ stato un lavoro lungo – spiega – perché fondamentale è calibrare il dosaggio. Non tutte le specie rispondono allo stesso modo ai trattamenti. Un ruolo fondamentale in questo processo è quello dei raggi UV-B che, come spiega la ricercatrice, “a differenza degli UV-A non arrivano completamente sulla Terra, ma, essendo filtrati dallo strato di ozono stratosferico, arrivano nella misura del 5-10%. Questi raggi, se usati e dosati nel modo corretto, possono indurre un aumento della qualità nutraceutica degli alimenti di origine vegetale. L’uso dei LEDs potrebbe aiutare a individuare con ancora più precisione la lunghezza d’onda, nel range degli UV, più adatta per questo tipo di utilizzo. Il metodo ideato dalla professoressa Ranieri può essere utilizzato anche da agricoltori hobbysti, utilizzando delle semplici lampade narrow band, ma è fondamentale regolare l’irraggiamento, altrimenti si rischia di indurre effetti negativi sulla fisiologia e biochimica dell’alimento. “I raggi UV-B e UV-A hanno anche l’effetto di ridurre la taglia delle piante” spiega ancora la ricercatrice. Quindi questo trattamento potrebbe rappresentare una soluzione anche per i vivaisti, da sempre in cerca di metodi per diminuire la taglia delle piantine da quando sul mercato sono stati vietati i brachizzanti. E, infine, uno degli ultimi esperimenti condotti sui pomodori, ha dimostrato che questo metodo può essere impiegato anche per aumentare i livelli dei carotenoidi: “Dopo un periodo controllato di esposizione ai raggi, abbiamo verificato l’aumento di un’altra sostanza importante, il licopene”. Effetti sul sapore? Finora anche le proprietà organolettiche della superfrutta risultano inalterate. Il metodo è allo studio di fattibilità da parte di alcune aziende, mentre sono in corso studi ed esperimenti su altre varietà.
Il terziario del Friuli Venezia Giulia si conferma settore trainante per l’economia del territorio, ma nel 2019 ha registrato un salto negativo di imprese esistenti pari a 1.370 unità. “Un dato – osserva il presidente Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo – influenzato dalle performance del commercio, la cui emorragia di imprese non si arresta, con un calo del 11% degli operatori nell’ultimo decennio, mentre continua a crescere il turismo, che si conferma strategico per la crescita della regione”. l quadro di chiusura dell’anno è stato tracciato da Confcommercio Fvg nella conferenza stampa Osservatorio congiunturale Confcommercio- Format-Research alla quale è intervenuto anche l’assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini e che ha visto il direttore scientifico di Format Reserch Pierluigi Ascagni illustrare l’indagine che ha avuto tra i propri focus anche l’economia montana (situazione preoccupante) e lo scontrino elettronico. Nella regione Fvg il terziario (commercio, turismo, servizi) costituisce il 56% dell’intero tessuto imprenditoriale, il 2019 ha segnato un saldo negativo di 1.370 imprese (-771 nel commercio, -347 nel turismo, -252 nei servizi) tra nuove nate (1.806) e cessate (3.176). Il terziario si conferma il settore trainante anche dal punto di vista degli occupati: +12mila i lavoratori negli ultimi dieci anni (contro il calo di 16 mila unità nell’industria). Resta tuttavia critica la situazione del commercio (-5mila posti di lavoro, gli stessi che ha guadagnato il turismo). Stabile la fiducia delle imprese del terziario Fvg circa l’andamento dell’economia italiana nell’ultima parte del 2019. Sostanzialmente stabile anche per quanto riguarda la previsione al 31 marzo 2020. Per quanto riguarda lo scontrino elettronico il 56% degli esercenti del Fvg ha acquistato un nuovo registratore telematico in virtù della recente normativa in materia. Sono ancora in fase decisionale prevalentemente le imprese di dimensioni più piccole (1-5 addetti) e quelle del commercio al dettaglio food.
“Questione di Pelle” è il titolo del progetto espositivo che si terrà presso “Spazio Lineapelle” durante la Fashion Week di Milano e in concomitanza con Lineapelle (19-21 Febbraio), importante manifestazione internazionale del settore e che due volte l’anno attrae nel Polo Fieristico di Milano Rho Fiera oltre 60.000 operatori del settore. Curato dalla giornalista Mariella Milani, con la direzione artistica di Simone Guidarelli e in collaborazione con Italents, l’evento metterà in mostra pezzi unici realizzati da un maestro di stile come Gianfranco Ferré e creazioni di noti designer del presente. Protagonista assoluta: la pelle. Si può fare produzione conciaria in totale sintonia con l’ambiente grazie alla sensibilità e al know-how della maggior parte delle aziende italiane, diventate un esempio in tutto il mondo in materia di sostenibilità ed economia circolare. Pochi sanno che la pelle utilizzata dalla moda rappresenta uno scarto dell’industria alimentare, destinato altrimenti alla discarica o all’inceneritore. La mostra è dunque anche un’occasione per aumentare conoscenza e consapevolezza del valore artigianale e innovativo di questo materiale, comunicandone le tante destinazioni d’uso, dalla moda all’automotive, dal design all’arredo. L’obiettivo è quello di educare e diffondere una nuova consapevolezza
sulla “pelle” perché la ‘verità’ è che non è un nemico della natura bensì un materiale che si lavora da migliaia di anni. Naturale, perché se è vera pelle è plastic free, riciclabile e responsabile, perché gli impatti sull’ambiente
derivati dall’industria conciaria vengono minimizzati attraverso opportuni sistemi di abbattimento e controlli delle emissioni. Sotto i riflettori della mostra una sezione speciale dedicata ad alcune creazioni di Gianfranco Ferré, l’architetto della moda, gentilmente concesse dalla Fondazione Gianfranco Ferré, e capi realizzati dai designer: Bozart, Cecilio Castrillo, Alessandro Dell’Acqua, Mario Dice, Diego Dolcini, Ely.B Hats, Massimiliano Giornetti, Simone Guidarelli, Mani del Sud, Antonio Marras, Italo Marseglia, Simone Marulli, Mazzanti Piume, Sermoneta, Ventaglidautore, Vivetta, Alessandra Zanaria.
Assiteca, broker assicurativo italiano quotato al mercato Aim di Borsa Italiana, sale al 100% di 6Sicuro, il terzo aggregatore assicurativo in Italia, fondato dal gruppo stesso nel 2000. L’operazione prevede che il broker acquisti il 78,79% dell’altro gruppo, che nel 2019 ha ricevuto nel 2019 23,6 milioni di visite e che ha oltre 4 milioni sono gli utenti registrati. Nel 2019 i nuovi preventivi calcolati sono stati circa 800.000. Il prezzo dell’operazione implica una valutazione della società pari a 11,0 milioni che corrisponde a un moltiplicatore di 11,0 volte l’ebitda atteso nel 2020.
Antonella Papalia è stata eletta presidente della cantina sociale di Canneto Pavese, dopo lo scandalo delle scorse settimane del falso vino docg che aveva portato tra l’altro all’arresto dell’ormai ex presidente. L’imprenditrice titolare dell’azienda “La Villetta” di Mornico Losana è stata eletta all’unanimità dalla prima riunione del Cda della cooperativa. Vicepresidente è invece Tonino Bolognesi. Sono stati 105 (su 220, di cui 23 speciali senza diritto di voto) i soci che hanno partecipato all’assemblea elettiva.