(di Tiziano Rapanà) Su Repubblica, Natalia Aspesi ha informato i lettori di essersi pentita di non aver visto Sanremo. Io, invece, sono contentissimo di non averlo fatto. Ho visto dei video su YouTube e sono felicissimo di non essermi goduto quel supplizio. A me Amadeus piace, mi è simpatico. Lo ritengo un esempio, è un signore che è caduto ed è riuscito a rialzarsi. Merita di condurre la prossima edizione, visti i risultati. Ma vi prego non costringetemi a subire il supplizio di vedere una trasmissione che dura più di tre ore. Rispetto chi guarda e apprezza Sanremo, ma per favore lasciatemi stare. Volete vedere una passerella televisiva inutile, dove la musica è in secondo piano? Prego, fate pure, ma non costringetemi ad imitarvi. Preferisco vivere. Approfitto dello spazio per complimentarmi con Andrea Scanzi per le feroci parole su Achille Lauro, uscite oggi sul Fatto Quotidiano e riportate su Dagospia. Scanzi ha scritto una cosa sacrosanta: “Un paese che si riduce a celebrare Achille Lauro è alla canna del gas”. Condivido pienamente e mi spiace che alcuni lodi sperticate siano state vergate da persone che stimo. Non capisco perché qualcuno riesca ad entusiasmarsi con le performance di Achille Lauro. Paradossale come un mero travestimento riesca a far eccitare i rappresentanti della gauche caviar, fino al punto da celebrarlo sui giornali. Per fortuna non hanno avuto il cattivo gusto di rilanciare il leggendario “Viva Lauro” di Totò. Almeno quello. Purtroppo gli artisti veri che fanno i ruoli en travesti, in italia non li considerano. Pensate a Leopoldo Mastelloni e Gennaro Cannavacciuolo. Guardateli in scena, ammirate la loro grandezza di attori e cantanti. Eppure lor signori adorano un’artista che non è minimamente al livello di questi mostri sacri. Eppoi dobbiamo parlare del livello delle canzoni di Lauro? Non mi pare siano dei capolavori, no? Forse è meglio ritornare ad ascoltare Ambiguità di Mastelloni. O quanto meno considerare gli artisti che hanno fatto e fanno la storia del nostro Paese. Achille Lauro mi è simpatico, ma è ancora acerbo. In lui vedo la voglia di provocare, di voler stare al centro dell’attenzione. Ma non vedo la grande arte, il talento che supera il conformismo. Pertanto ai cari critici ed intellettuali innamorati di Lauro, chiedo: perché vi accontentate di così poco?