Via libera dal Consiglio dei ministri di lunedì pomeriggio alle nomine dei nuovi vertici delle Agenzie fiscali: confermati i nomi sui quali era stata trovata la quadra, nei giorni scorsi, nella maggioranza. C’è stato però uno scambio di poltrone rispetto alle attese.
Ernesto Maria Ruffini viene infatti indicato al vertice dell’Agenzia delle Entrate: per lui si tratta di un ritorno dopo l’esperienza con i governi Renzi e Gentiloni. Questa era la nomina attesa. Antonio Agostini va invece al Demanio e Marcello Minenna alle Dogane e Monopoli, in quota M5s. Secondo quanto emerso nei giorni scorsi, questi ultimi due direttori erano attesi in posizioni invertite.
All’agenzia delle Entrate inizierà dunque il Ruffini ‘bis’. L’avvocato classe 1969, dal 2014 era entrato a far parte del tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale italiana, istituito presso la presidenza del Consiglio. L’anno successivo, nel 2015, era diventato presidente del Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori della scuola Espero. Carica che lascia lo stesso anno, quando viene nominato amministratore delegato di Equitalia, la società che si occupa della riscossione per conto dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps.
Nel 2016 diventa direttore dell’Agenzia delle Entrate e presidente dell’Agenzia delle entrate-Riscossione (la struttura nata dalla fusione di Equitalia e Agenzia delle entrate). Dopo poco più di un anno d’assenza torna dunque alla guida della struttura. Il suo ultimo libro “L’evasione spiegata a un evasore”, tratta proprio uno dei tempi di punta del governo.
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