Nasce a Novara la prima “scuola di like” riservata agli alunni delle scuole dell’infanzia e primarie. L’iniziativa è dell’istituto paritario Sacro Cuore, che fa capo ad una congregazione religiosa e che gestisce due plessi scolastici a Novara e Romagnano Sesia. Il progetto sancisce una partnership con Fondazione Carolina la Onlus dedicata a Carolina Picchio, quattordicenne novarese morta suicida nel 2013 a seguito delle vessazioni subite sul web e divenuta un simbolo della lotta al cyberbullismo. Il Sacro Cuore è il primo polo scolastico ad inserire nella propria offerta formativa percorsi continuativi di educazione alla cittadinanza digitale. “L’idea – spiega il preside della scuola, Paolo Usellini – è nata dalla constatazione dell’esistenza di un rapporto sempre più precoce tra i bambini e i nuovi media, che espone i più piccoli a nuovi pericoli, ne condiziona le relazioni e il percorso di crescita. Da qui l’opportunità di collaborare con una realtà impegnata nella promozione all’uso consapevole e positivo degli strumenti digitali”. La sperimentazione – che sarà presentata domani alla stampa con la partecipazione di Paolo Picchio, papà di Carolina e presidente onorario della Fondazione a lei intitolata – partirà già dal secondo semestre dell’anno scolastico 2019-2020.
Vent’anni dopo: la morte di Craxi è una ferita sempre aperta. Una ferita – è scritto in un comunicato – che fa male non solo a quello che rimane del suo popolo devastato non però dimentico, ma all’Italia che da allora si è molto rimpicciolita in un’Europa divisa ed impotente. Il 20 gennaio è in programma un convegno a Scandicci al quale parteciperà la senatrice Stefania Craxi. Persino nel cortile di casa, quel Mediterraneo in cui lo statista socialista scrisse le pagine più belle del secondo dopoguerra a fianco dei popoli in via di sviluppo. Il film Hammamet di Gianni Amelio, uscito pochi giorni fa, sorretto da un Favino-Bettino impressionante per l’aderenza al personaggio, ma anche l’interpretazione di Livia Rossi riesce a cogliere l’amore orgoglioso della figlia Stefania, è un’opera che restituisce alla gente, ai suoi contemporanei come a chi non lo ha conosciuto, la dimensione della sofferenza del leader e non è poco. È il linguaggio dei sentimenti e degli affetti, del vissuto quotidiano lontano dal clangore dello scontro di potere che non annulla l’amarezza della sconfitta per lui uomo totus politicus, la trasfigura in un’umanità cupa e dolente e tuttavia non disponibile a perdere l’onore davanti agli gnomi che lo vogliono umiliare, riassunta nell’epigrafe iscritta sulla sua tomba nel piccolo cimitero cristiano davanti al mare: “la mia libertà equivale alla mia vita”. È iniziato così, con l’uscita del film nelle sale cinematografiche, l’anno craxiano del ventennale a cura della Fondazione Craxi. Un programma fitto di eventi e di iniziative che prosegue sabato 18 e domenica 19 gennaio nella Hammamet reale, luogo ormai consueto di pellegrinaggio che ogni anno accresce la sua carica politica, direttamente proporzionale alla perdita di ruolo geopolitico e di solidità dell’Italia, che ha perso almeno il 30% della sua ricchezza. E non c’è dubbio – prosegue la nota – che gli schiaffi ormai consueti che certificano l’irrilevanza dell’Italia nel grande gioco euro-mediterraneo, non fanno che accrescere i rimpianti e l’amarezza per una leadership ed un progetto politico modernizzatori, fondato sulla valorizzazione di un nuovo equilibrio tra i meriti ed i bisogni, stroncato dalla falsa rivoluzione mediatico-giudiziaria del 1992-93 senza, è bene puntualizzarlo, alcuna legittimazione elettorale, ché le elezioni del 6 aprile 1992 dettero una maggioranza più che sufficiente al quadripartito storico senza i repubblicani. Temi non banali e per certi versi politicamente scorretti che ispireranno le riflessioni nel dibattito del primo evento in programma dopo la commemorazione di Hammamet del 19 gennaio prossimo. Appuntamento a Scandicci lunedì 20 gennaio alle ore 18:00 nella sala del consiglio comunale. Ci saranno alcuni protagonisti di quella stagione e Stefania Craxi che con la sua Fondazione non ha consentito che l’oblio avvolgesse la figura del padre e che la polvere del tempo si posasse offuscando la memoria della verità di Bettino Craxi e sulle responsabilità delle macerie lasciate da Mani Pulite, conclude il comunicato.
Dall’agricoltura all’allevamento, dalla distribuzione alimentare alla ristorazione, il volume d’affari complessivo annuale della criminalità dal campo alla tavola è salito a 24,5 miliardi di euro. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del convegno organizzato dall’Arma dei Carabinieri sul tema “Salute e Agroalimentare: dalla sicurezza più qualità”. La criminalità organizzata – ha sottolineato Prandini – opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato”. Ma – ha continuato Prandini – viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria – ha spiegato il Presidente della Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. Non è un caso che di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare quasi due italiani su tre (65%) hanno paura delle frodi e contraffazioni a tavola perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. La contraffazione alimentare – sottolinea la Coldiretti – è un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti ha concluso il presidente della Coldiretti nel sottolineare che “va anche tolto in Italia il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero come peraltro sancito dalla storica sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto le richieste di Coldiretti sulla desecretazione dei flussi delle importazioni dei prodotti lattiero caseari provenienti dall’estero e destinati alla trasformazione, affermando che per tutelare la qualità e la sicurezza del cibo italiano è necessario sapere da dove proviene la materia prima agricola”.