Pochi giorni all’entrata in vigore dell’obbligo di trasmissione online dei corrispettivi. E tanti dubbi ancora in attesa di una risposta. Dal 1° gennaio, infatti, anche le imprese con fatturato inferiore ai 400 mila euro (per quelle più grandi l’obbligo è scattato sei mesi fa) saranno tenute alla trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle entrate. In pratica, invece dello scontrino o della ricevuta fiscale dovranno, nella maggior parte dei casi, attuare una procedura telematica e rilasciare al cliente un «documento commerciale», in pratica uno scontrino che non ha valenza fiscale.
Per adempiere dovranno dotarsi di un registratore telematico o adattare quelli già in loro possesso. È possibile anche utilizzare un’app resa disponibile dall’Agenzia delle entrate, anche tramite smartphone, che rende però l’adempimento piuttosto laborioso. In futuro si potrà usare, per i pagamenti digitali, anche una sorta di Pos evoluto che consentirà di incassare le somme e contestualmente trasmettere i dati alle Entrate. Rimane ancora la possibilità di sostituire questi nuovi adempimenti con l’emissione volontaria della fattura che, nella maggior parte dei casi sarà emessa elettronicamente tramite Sdi, salvo i casi di esonero, come per esempio i contribuenti in regime forfetario, che potranno utilizzare le fatture cartacee tradizionali.
Non mancano però i problemi ancora in attesa di essere risolti, in mancanza di una presa di posizione ufficiale dell’Agenzia delle entrate (anche se sembra sia in preparazione una corposa circolare). Per esempio, quando l’idraulico va da un privato a riparargli la caldaia deve emettere fattura «contestuale» (cioè a fine prestazione) come sarebbe tenuto a fare in regime di scontrino/ricevuta fiscale oppure può emetterla nei termini «asincroni» della fatturazione (entro 12 giorni dall’incasso)? Idem per il caso del cliente che esce dal negozio senza documento commerciale perché ha chiesto la fattura. Deve uscire con la copia analogica della fattura oppure valgono anche qui i termini «asincroni» della fatturazione (fatturazione immediata entro 12 gg o anche differita quando c’è idonea documentazione)?
Altro problema riguarda la duplicazione di flussi, è il caso del corrispettivo (documento commerciale) trasmesso dal registratore telematico cui fa seguito emissione di fattura; dubbi irrisolti anche per i documenti commerciali non riscossi cui fa seguito l’emissione di quello al momento della riscossione. Quale vale dei due? La risposta (considerate le diverse regole ai fini dell’individuazione del momento di effettuazione Iva) potrebbe essere diversa a seconda che ci si riferisca a cessioni di beni piuttosto che a prestazione di servizi.
Infine, desta perplessità il fatto che per i forfetari non sia stato previsto l’esonero da registratore telematico (a differenza di quanto succede invece per la fattura elettronica).
Come se non bastassero queste novità ancora da metabolizzare da parte del sistema tributario nel suo complesso, per il 1° gennaio 2020, contestualmente all’entrate in vigore dei corrispettivi telematici, era prevista anche l’avvio della lotteria fiscale, poi rinviata a luglio: si tratta di un’operazione che dovrebbe avere come obiettivo quello di creare un contrasto di interessi tra venditore ed acquirente, per motivare quest’ultimo a richiedere la fattura o lo scontrino e ridurre di conseguenza il tasso di evasione. Ma qualcuno ha pensato di prendere due piccioni con una fava e ha introdotto nell’operazione l’obbligo di fornire il codice cliente (non il codice fiscale), un dato che il cliente stesso dovrà preoccuparsi di chiedere alle dogane. Il motivo della richiesta di questo dato è che il fisco vuole controllare se le spese di ciascuno sono compatibili con i redditi dichiarati.
In pratica gli evasori, affetti da ludopatia incurabile e attratti in modo irresistibile dalla lotteria degli scontrini, dovrebbero procurarsi il codice con il quale far conoscere alle Entrate il livello insostenibile delle proprie spese rispetto ai redditi dichiarati… Resta il dubbio se in questo modo si è voluto azzoppare in partenza la lotteria o se le file alle casse dei negozi (inevitabili se dovessero prendere piede queste innovazioni) siano auspicate e programmate come un segno evidente di benessere e di ripresa economica…
Marino Longoni, ItaliaOggi