A seguito del licenziamento di una ricercatrice per aver dichiarato che gli uomini non possono trasformarsi in donne, la scrittrice ha espresso il suo pensiero che non è piaciuto alla comunità Lgtb e non solo
J.K. Rowling al centro delle polemiche. La scrittrice britannica è stata fortemente criticata dalla comunità Lgbt dopo il suo tweet di solidarietà nei confronti di Maya Forstater, licenziata per aver dichiarato che “Gli uomini non possono trasformarti in donne”.
La ricercatrice lavorava in un Think Thank (Center for Global Development – CGD), incentrato alla lotta alla povertà e alla disuguaglianza. A marzo non le è stato rinnovato il contratto dopo che si era espressa su Twitter in modo piuttosto netto contro le proposte di riforma del Gender Recognition Act, che darebbe la possibilità alle persone di identificarsi con il sesso opposto. La sentenza del Tribunale, al quale la donna aveva fatto ricorso, ha confermato il licenziamento parlando, in riferimento al linguaggio usato sul social network, di visione “assolutistica” e non “degne di rispetto in una società democratica”.
A questo punto, la creatrice di Harrry Potter ha deciso di esprimere la sua opinione a riguardo. Sempre attraverso Twitter ha lanciato l’hashtag #IStandWithMaya (Io sto con Maya) e #ThisIsNotADrill (Questa non è un’esercitazione), scrivendo: “Vestitevi come volete. Chiamatevi come volete. Andate a letto con ogni adulto consenziente che volete. Vivete la vostra vita al massimo, in pace e sicurezza. Ma far perdere il lavoro a una donna per aver dichiarato che il sesso è una cosa reale?”. Una domanda che ha scatenato polemiche.
Tra coloro che si sono discostate dal pensiero della Rowling anche un’altra scrittrice, Casey McQuiston. L’autrice di Red, White and Royal Blue ha dichiarato che “le persone trans esistono. Meritano di essere riconosciute, protette e amate”, non riferendosi direttamente alla collega ma a chi ha “un’idea di femminismo bigotta”.
Maya Forstater, che si è detta incredula, si è esposta contro la sentenza sostenendo come questa “rimuove i diritti delle donne e il diritto alla libertà di credo e di parola”.
(huffingtonpost.it)