Un’indagine svolta a livello mondiale qualche tempo fa e realizzata da McGraw-Hill financial, Gallup, George Washington university e il gruppo di ricerca della Banca Mondiale, coinvolgendo oltre 150 mila adulti di 148 Paesi, ha messo a nudo il problema. L’Italia è un Paese dalle straordinarie capacità di risparmio, ma del tutto incapace di valutare gli strumenti che la finanza mette a sua disposizione. La ricerca, volta a definire il livello di alfabetizzazione finanziaria (Financial literacy), ha strappato il velo. L’Italia, che nel produrre risparmio è con il Giappone da sempre ai primi posti al mondo, che è tra le prime sette economie del pianeta ed è la seconda manifattura d’Europa, quando si tratta di investire ha conoscenze di finanza che la pongono dietro a Botswana, Madagascar, Togo e Kenya.
Vaccino contro i crac
Partendo da questa oggettiva considerazione e visti i disastri che l’incompetenza finanziaria di base hanno contribuito a creare quando si sono mixati con comportamenti truffaldini e manager senza scrupoli e dal ridotto tasso etico, come dimostrano i casi di Cirio e Parmalat, della Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e della Popolare dell’Etruria e del Lazio, con centinaia di migliaia di risparmiatori coinvolti e decine di miliardi di euro di risparmi andati in fumo, il tema delle conoscenze finanziarie è diventato un argomento di dibattito pubblico e qualcosa, adesso, lentamente sta cambiando. Le iniziative si moltiplicano, sia pubbliche che private. Dalla Banca d’Italia all’Abi, l’associazione delle banche italiane e anche le singole associate hanno sviluppato iniziative per parlare di finanza, soprattutto ai più giovani. Il museo del Risparmio, che Intesa Sanpaolo ha contribuito ad aprire a Torino è un percorso formativo di grande interesse, unico in Italia, che per primo offre risposte semplici e comprensibili a un mondo complesso e globalizzato.
«Gli italiani – sottolinea Gian Maria Gros Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo – sono un popolo di risparmiatori e noi, come banca, abbiamo la responsabilità di gestire al meglio il patrimonio delle famiglie, nonché di fare in modo che sappiano compiere in autonomia scelte consapevoli e appropriate. Per questo motivo ci siamo impegnati in azioni di educazione finanziaria, in particolare nei confronti dei giovani, affinché possano acquisire conoscenze importanti per la vita e stimolare l’interesse dei loro stessi genitori. Un concetto che non riguarda solo la gestione del denaro, ma che si estende a tutte le risorse, anche quelle naturali. Attraverso il museo del Risparmio stiamo svolgendo innumerevoli attività che hanno al centro la pianificazione e l’uso consapevole delle risorse nel tempo».
Tra queste, è giunto alla seconda edizione il cosiddetto Save tour, nato dalla consapevolezza che anche nell’epoca dell’invadenza digitale un contatto fisico rimane importante, sebbene sia difficile spostare un museo
Così da un accordo tra il museo del Risparmio, Bei institute del gruppo Banca europea degli investimenti e Scania, in collaborazione con il Miur e con il supporto di Intesa Sanpaolo è nato un viaggio itinerante a bordo di un modernissimo camion che fermerà per tre giorni in ventuno diverse località di sei regioni, percorrendo quasi duemila chilometri. Lo scorso anno diecimila studenti visitarono il camion-museo e quest’anno dovrebbero aumentare. Partito da Torino, il camion-museo ha toccato Genova, Olbia, Sassari e Alghero. Domani sarà a Oristano, la prossima settimana a Carbonia-Iglesias e poi a Cagliari. Con l’anno nuovo ripartirà da Palermo per dirigersi a Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, Catania, Messina, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Lamezia Terme, Catanzaro, Cosenza e Napoli.
Sostenibilità
Il tour punta a offrire agli studenti delle scuole primarie e secondarie nuove conoscenze e un senso di apertura alla complessità. Save, acronimo di Sostenibilità, azione, viaggio ed esperienza, ha infatti una direttrice di sviluppo parallela, che prevede l’imboschimento di una foresta di alberi di cacao in Camerun. «Il progetto Save – spiega Gros Pietro – ci consente di arrivare lontano. In questa seconda edizione, grazie al fondamentale contributo e al sostegno dei nostri due partner, Scania e Bei Institute, andremo nelle regioni del sud e nelle isole. Grazie alla collaborazione con il Miur e alla disponibilità delle comunità locali, puntiamo a fare ancora di più che nell’anno passato. Il nostro Discovery truck, il “Museo interattivo su ruote”, è aperto anche alle famiglie. È importante, infatti, che il progetto venga largamente condiviso, che si comprenda il messaggio più profondo contenuto nell’acronimo Save, ovvero che si risparmia per realizzare un progetto, un sogno. La chiave di lettura non è infatti l’accumulo o la rinuncia al consumo senza scopo o fine più alto. È previsto, infatti, che i partecipanti più attivi ricevano in dono un albero di cacao, che andrà ad arricchire la foresta Save in Camerun».
L’iniziativa di Intesa Sanpaolo pone l’accento sul tema della sostenibilità, keyword del momento, che impone una profonda riflessione non solo sui temi della finanza, come ha dimostrato la famosa lettera scritta a inizio anno da Larry Fink, numero uno di BlackRock, la più grande società al mondo di investimenti, con asset per 8,6 trilioni di dollari, in cui si mette in discussione il ruolo stesso del profitto per una società finanziaria.
Stefano Righi, Corriere.it