La società FC Internazionale Milano spa ha chiuso l’esercizio 2018-19 con ricavi consolidati pari a 417 milioni di euro, +20% sull’esercizio precedente, e più del doppio rispetto all’arrivo di Suning come azionista di maggioranza del club. Ebitda a 105,2 milioni (+53%), con un risultato netto negativo per 48,4 mln addebitabile esclusivamente ai consistenti investimenti a sostegno delle performance sportive.
Ma il fatturato dell’Inter, mai così alto nella storia della società, cresce grazie ai ricavi da sponsor, che toccano quota 138 milioni di euro, con un +9%, e anche per merito degli incassi da botteghino, con una media di 61.419 spettatori per i match casalinghi.
«Dal 1° novembre partirà il nuovo accordo con Nike», spiega Alessandro Antonello, amministratore delegato dell’Inter, durante l’assemblea dei soci che ieri ha approvato il bilancio, «in base al quale la società tornerà in possesso dei diritti retail e licensing di tutti i prodotti Nike a marchio Inter. Questo genererà nuovi ricavi imputabili direttamente al club. Certo, la crescita dei ricavi commerciali deve molto alla potenza di Suning in Cina. Dovessi dare una percentuale, potrei dire che l’incremento del fatturato da sponsor è dovuto al 60% grazie a Suning, e al 40% dal lavoro fatto nel resto del mondo, con 16 nuovi partner commerciali locali e regionali».
C’è il problema dello sponsor di maglia, Pirelli, che versa nelle casse dell’Inter solo 19 milioni di euro all’anno, con un contratto in scadenza nel 2021. Obiettivo della società milanese è salire a 50 milioni di euro all’anno, «ma al momento non ci sono novità», aggiunge Antonello, «e vedremo come continuare il nostro rapporto con Pirelli, brand legato all’Inter da 20 anni».
Il presidente Steven Zhang sottolinea come «in questi anni abbiamo assunto molti talenti, sia italiani, sia da tutto il mondo, per creare un team che è passato dalle 150 persone del 2016 alle oltre 300 attuali, che poi crescono molto se si contano anche consulenti esterni. Noi lavoriamo sul lungo termine, per un club che lo scorso anno ha portato 1,1 milioni di spettatori allo stadio, tra i primi in Europa, e con un brand Inter che è passato dal 13esimo al 6° posto per valore del marchio, giunto oggi a 465 milioni di euro. Abbiamo una base di 385 milioni di tifosi nel mondo, di cui 120 milioni nella sola Cina».
Qualcuno fa notare a Zhang che, tuttavia, i tifosi cinesi, per seguire le partite serali dell’Inter, devono alzarsi alle 4 del mattino. «Ma i 90 minuti del live della partita», risponde Zhang, «non esauriscono il rapporto del tifoso col club. Proprio per questo, grazie anche a Inter Media, noi stiamo producendo tutta una serie di contenuti digitali, di app, da veicolare su vari canali e in base alle differenti culture e fasce geografiche». Insomma, il legame con i colori nerazzurri non inizia e finisce nei 90 minuti in campo, ma si costruisce soprattutto giorno dopo giorno, creando una fan base fedele e affezionata.
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi