C’è grande tensione tra Bruxelles e Parigi: la Commissione Europea (è ancora in carica quella di Jean Claude Junker, con Pierre Moscovici responsabile degli affari bilancio) ha presentato le sue osservazioni alla legge di bilancio francese. Per Parigi, esattamente come per Roma, dall’UE, è arrivata una sonora bocciatura. Secondo l’UE i piani francesi di bilancio per il 2020 corrono il rischio di una “deviazione significativa dalle regole di spesa e debito del blocco”. In particolare quel che la Commissione rimprovera alla Francia, come pure all’Italia, è il fatto che la legge di bilancio non rispetti né la voce relativa agli investimenti (troppo bassa) né quella relativa alla riduzione del debito pubblico. Alla fine di settembre, il governo francese ha annunciato l’intenzione di fissare un disavanzo pubblico del 2,2% del PIL per il 2020 (dopo il 3,1% nel 2019), un dato che la Commissione giudica troppo alto perché (se non si tiene conto della trasformazione del credito d’imposta sulla competitività in contributi sociali inferiori, un effetto una tantum che l’anno scorso ha portato il deficit al 3,1%) sostanzialmente uguale a quello dell’anno scorso. Non solo, ma anche se 2,2% è un rapporto deficit-Pil al di sotto della soglia del 3% richiesta da Bruxelles, il governo si era impegnato per la prima volta su un obiettivo del 2%, nel programma di stabilità trasmesso lo scorso aprile alla Commissione.
Il problema però è che alla Francia (e soprattutto a Macron) un margine di spesa in più serve, soprattutto perché lo scorso anno, per fare fronte alle richeiste dei Gilet Gialli, il Presidente si è esposto con importanti promesse e ha annunciato un totale di quasi nove miliardi di tagli fiscali, tra cui un calo di cinque miliardi di euro di imposte sul reddito per le famiglie.
Critiche simili (troppo debito, troppa spesa in deficit, poca e comunque insufficiente crescita) sono state fatte da Bruxelles a Italia, Spagna, Belgio, Finlandia e Portogallo.
Durissime, in merito a Italia e Francia, le parole del deputato conservatore tedesco Markus Ferber: “Sia il governo italiano che quello francese escogitano ogni anno un nuovo motivo per cui non è possibile rispettare la riduzione del deficit quest’anno”, ha affermato. “La Commissione europea deve porre fine a questo tipo di comportamento”.
Luciana Grosso, Business Insider Italia