Il Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei, parte del gruppo Bei) e UniCredit hanno firmato un accordo da 60 milioni di euro a sostegno delle microimprese italiane attraverso il microcredito. Le imprese potranno beneficiare della garanzia Fei che rientra nell’ambito del programma EaSI (Employment and Social Innovation) della Commissione Europea. I prestiti sono disponibili per imprese individuali e microimprese con meno di dieci dipendenti e un massimo di 2 milioni di euro di fatturato o di patrimonio. L’obiettivo, informa una nota, è sostenere le aziende con prestiti fino a un massimo di 25.000 euro, fornire supporto per lo sviluppo delle loro attività e agevolare l’accesso a una rete di partner di settore.
L’accordo segue quello siglato a marzo 2018 che prevedeva un plafond di 50 milioni di euro a beneficio di circa 2.500 microimprese italiane, nonché i recenti finanziamenti a sostegno delle società a media capitalizzazione italiane con un focus specifico sull’imprenditoria femminile, l’innovazione (400 milioni di euro) e la lotta al cambiamento climatico (100 milioni di euro) oltre che l’erogazione di 50 milioni di euro a favore delle imprese sociali. Rispetto al primo accordo sul microcredito del 2018, questo comprende un portfolio più ampio e classi di rischio più elevate, così da estendere le adesioni all’offerta. Marianne Thyssen, Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità del lavoro, ha affermato: “Sono lieta del fatto che abbiamo siglato un ulteriore accordo di microfinanza. Questo dimostra che la prima garanzia firmata l’anno scorso ha raggiunto il suo scopo, attestando il nostro continuo aiuto a coloro che incontrano difficoltà nell’accedere al credito. L’Unione Europea conferma quindi il proprio impegno nel garantire pari opportunità a tutti, senza esclusione alcuna”.
Jean Pierre Mustier, a.d. UniCredit, ha commentato: “La continua cooperazione tra UniCredit e il Fei consente al nostro programma Social Impact Banking di sostenere molte aziende che altrimenti sarebbero escluse dai servizi bancari tradizionali. In questo modo possiamo aiutare molti imprenditori con prospettive di crescita che operano in Italia e, allo stesso modo, sostenere lo sviluppo dell’economia italiana nel suo insieme. Vogliamo in questo modo confermare il nostro supporto all’economia reale non solo nel nostro Paese ma anche in tutti i mercati in cui è presente la banca”.