Dopo ban, accordi e minacce Huawei non molla e il 19 settembre, a Monaco di Baviera, ha presentato la sua nuova famiglia di smartphone, la prima dopo il veto imposto da Donald Trump. Gli attesi Mate30 infatti, non avranno a bordo Android anche se, come fa sapere una fonte interna al colosso di Shenzhen, quello di Google «resta il nostro sistema operativo preferito».
Tutta la serie avrà quindi a bordo una versione “aosp” del software di Google, una variante open source semplificata, che offrirà agli utenti l’intera gamma degli Huawei Mobile Services. D’altronde dall’azienda fanno sapere «noi cerchiamo sempre di sfidare noi stessi e ripensare le possibilità. Abbiamo già cambiato la visione delle persone su cosa ci si possa aspettare da uno smartphone, e la nuova serie Mate30 lo farà di nuovo». Così sui dispositivi al posto del PlayStore di Google ci sarà l’AppGallery, lo store digitale proprietario da cui scaricare i vari Facebook, Whatsapp e altre migliaia di applicazioni che non potranno essere preinstallate da Huawei sui dispositivi. Non solo, a non esserci, oltre le varie Maps, YouTube, Drive o Gmail preinstallate e ai fondamentali Google Services (sostituiti da Huawei Mobile Services ma non è ancora chiaro se e come funzioneranno app come TripAdvisor che sfruttano il posizionamento di Google) è anche una data di arrivo ufficiale sul nostro mercato: al momento l’azienda di Shenzhen garantisce “solo” che arriveranno in Europa occidentale entro la fine dell’anno. Richard Yu, il ceo del colosso cinese ha salutato l’arrivo dei nuovi potenti smartphone mostrando come al solito con molto entusiasmo le differenze principali con i competitor (maggior potenza in fase di ricarcia o un design più accattivante) e soprattutto le diverse colorazioni. Dai più classici Black, Cosmic Purple, Emerald Green e Space Silver fino alle versioni decisamente meno usuali in pelle vegana Orange e Forest Green.
IlMessaggero