(di Marco Gaiazzi, cure Italia Oggi) Raccolta e gestione strategica dei dati, stuff sofisticato equilibrio tra le diverse piattaforme di comunicazione, prescription brand storytelling e mobile video come driver di crescita per clienti e centri media. Il marketing del futuro, che è già presente, passa da qui, parola di Vittorio Bonori, ceo Italia, South Med & Mena Region di ZenithOptimedia Group, azienda leader nel mondo, presente in 74 Paesi con 7.800 dipendenti di cui oltre 200 solo in Italia sparsi nelle tre sedi e con fatturato, che solo da noi, tocca gli 800 milioni di dollari.
I centri media sono rapidamente cambiati in questi anni e con essi le professionalità richieste: «Ricordo che agli inizi della mia carriera», sottolinea Bonori ospite della trasmissione Media&Money su ClassCnbc, «i profili professionali dei centri media si contavano sulle dita di una mano, oggi in azienda ne abbiamo 25-30 almeno, ognuno competente in discipline e materie diverse».
Una evoluzione dettata da un radicale cambiamento nel modo di lavorare.
http://www.italiaoggi.it/artimg/2015/083/1976801/1-img385971.jpgUna volta si pianificavano spazi pubblicitari, oggi «si possono raccogliere dati molti precisi in modo veloce e puntuale, ciò permette di pianificare l’audience giusta che risponda alle necessità di un certo brand e di «inseguire» tale audience usando dei buoni contenuti per costruire messaggi di comunicazione rilevanti».
Secondo delle ricerche elaborate a livello mondiale da ZenithOptimedia in merito al rapporto tra consumatore, media e brand emerge come i cosiddetti «paid media» (ossia i mezzi che vengono comprati per ottenere visibilità) rispondono ancora oggi in modo egregio alla necessità di creare nuovi clienti o condurli verso nuovi orizzonti. Ci sono chiare evidenze, sottolinea Bonori, che «per certi settori merceologici, dal fashion al lusso, la stampa resti il mezzo che più «influenza» il consumatore», in un percorso chiaro: i «paid media» alimentano potenziali clienti di una marca, il web aiuta a portarli più in profondità nella conoscenza del brand e infine c’è il punto vendita.
È un dato però che i primi due mesi dell’anno abbiano segnato per la raccolta a mezzo stampa una flessione del 9,2% rispetto all’anno passato, secondo i dati dell’Osservatorio Fcp. «Sì, in effetti il 2015 è partito adagio», commenta Bonori, «ma abbiamo segnali molto positivi su tutto il 2015. Stanno riaprendo esercizi commerciali e secondo i dati in nostro possesso i giornali locali, ad esempio, stanno intercettando già questa ripresa».
Più dati e più informazioni non significa però che sia tutto più semplice. «Riusciamo a fare bene il nostro lavoro quando usiamo la tecnologia che serve, quella che non si vede è la più importante», precisa Bonori. Per fare ciò servono idee chiare sui trend del futuro: l’esplosione della fruizione di video su tutti i device, il marketing di prossimità nei negozi con messaggi wireless sui nostri telefonini ma anche l’uso di profumi e fragranze nei punti vendita per creare reazioni sensoriali, il passaparola social, la customizzazione, lo sviluppo di app semplici e intuitive basate sullo «scroll and buy» sono solo alcuni dei top trends del marketing individuati da ZenithOptimedia per i prossimi decenni.
E in tutto questo, la tv che ruolo ha? Secondo una recente analisi Nielsen, 8 italiani su 10 la utilizzano ancora per seguire i notiziari e per fruire di contenuti video ma smartphone e tablet sono diventati un’estensione strutturale dello schermo tradizionale poiché si guarda la tv per poi interagire e discuterne sui social. «Non mi sorprendo», rileva Bonori, «una volta si guardava la tele e si commentavano i programmi coi famigliari sul divano, oggi si fa lo stesso ma col mondo intero».
In conclusione chiediamo a Bonori cosa dobbiamo aspettarci se volessimo individuare il vero driver di crescita del marketing. «Gli online video, senza dubbio. I dati ci dicono che questo tipo di contenuti sarà l’elemento trainante del 2016 per la comunicazione e per il marketing». Basti pensare che già oggi il 34% delle visualizzazioni totali di video passano dal mobile. Ma quindi oggi le aziende cosa vogliono da un centro media? «Chiedono il cosiddetto brand storytelling, soluzioni in grado di raccontare, in modo semplice, storie di marca rilevanti; si parte dai contenuti dell’azienda e si arriva ai consumatori con una comunicazione lineare, immediata e coerente. Il futuro è già qui».