Boris Johnson è ufficialmente il nuovo primo ministro britannico, succedendo a Theresa May, dopo essere stato a Buckingham Palace dove la regina Elisabetta gli ha affidato l’incarico.
“Sono contenta” di passare le consegne a “un uomo che ha lavorato come me al governo – ha detto May – Un conservatore impegnato a rispettare il manifesto” elettorale presentato dal partito nel 2017, per attuare la Brexit come sul fronte della politica economia e sociale, ha detto nel suo Question Time da premier alla Camera dei Comuni, in risposta agli attacchi delle opposizioni.
Il leader del Labour, Jeremy Corbyn, le ha da parte sua reso omaggio per “il senso del dovere pubblico”, pur tornando a criticarne l’eredità. Mentre le ha chiesto sarcasticamente di unirsi a lui assieme al cancelliere dimissionario, Philip Hammond, per contrastare “i piani sconsiderati” attribuiti a Johnson su una possibile Brexit no deal. Più tardi il botta e risposta s’è fatto più acceso, con Corbyn all’attacco su economia e disuguaglianze sociali, oltre che sulla Brexit, e May ferma nel difendere i suoi risultati e nell’accusare il leader laburista di non aver votato l’accordo sulla Brexit: qualcosa di cui “vergognarsi”, lo ha apostrofato.
Il nuovo governo di Johnson
L’annuncio dei membri del suo nuovo governo è atteso tra la tarda serata di oggi e domani. Ieri, nel suo discorso dopo l’annuncio della vittoria per la leadership dei Conservatori sul rivale Jeremy Hunt, Johnson ha confermato l’intenzione di realizzare la Brexit e riunire il Paese e il partito, dopo le aspre divisioni degli ultimi mesi. Giovedì, Johnson interverrà ai Comuni, dove illustrerà il suo piano.
Prime conferme
Intanto la Bbc ha già annunciato la scelta di Dominic Cummings, guru della campagna Vote Leave al tempo del referendum sulla Brexit, fra i consiglieri di spicco del neopremier. Una scelta gradita agli euroscettici e criticata dal fronte opposto, per un uomo – già al governo in passato come consulente dell’allora ministro dell’Istruzione Michael Gove – la cui figura, ad un tempo geniale e controversa, è stata interpretata di recente da Benedict Cumberbatch nella serie tv Brexit, The Uncivil War.
Nel referendum del 2016, Dominc Cummings (in foto) ha giocato un ruolo ritenuto decisivo decidendo di condurre una campagna basata sui social network e la raccolta di dati personali piuttosto che sui tradizionali comizi politici. Da allora i metodi di ‘Vote Leave’ sono stati messi in dubbio, in particolare per l’utilizzo di slogan ingannevoli e di pubblicità politiche mirate. A luglio del 2018 la commissione elettorale britannica gli aveva imposto una multa per avere superato il tetto di spese autorizzate ed essersi alleato in segreto con un’altra campagna pro Brexit, cosa non autorizzata dal codice elettorale britannico
Grane inoltre sul ruolo di Jeremy Hunt, sfidante al ballottaggio, che Johnson vorrebbe tenere al governo come segnale di unità al partito. Ma che recalcitra all’idea d’essere ‘retrocesso’ dagli Esteri alla Difesa in uno scambio mirato a portare al Foreign Office la brexiteer Penny Mordaunt.
#BorisJohnson il Trump britannico
In ogni caso, nell’attesa Johnson è già star di Twitter, definito il “Trump britannico” è diventato ‘trending topic’ sui social media, al secondo posto, dopo l’elogio del presidente americano. “Lo chiamano il Trump britannico e dicono che sia una buona cosa. Io piaccio da quelle parti. È quello che volevano, quello di cui avevano bisogno”, gli inglesi ha detto il presidente americano di Johnson, incontrando il gruppo di giovani conservatori statunitensi Turning Point Usa. Trump ha dunque spiegato ai ragazzi che il nuovo premier britannico “è una brava persona, un duro ed è intelligente”, proprio come lui.
Repubblica.it