Sconfisse la forza di gravità ballando con la sorella
All’inizio danzavano in coppia: la brava era lei, che poi si sposò lasciando le scene E lui è diventato il re del tip tap con Ginger Rogers. Erano perfetti ma si odiavano
Erano una delle coppie più celebri del cinema, un binomio inscindibile, come suol dirsi, nell’immaginario collettivo. Sul grande schermo le loro storie d’amore facevano sognare il grande pubblico, ma dietro le cineprese la realtà era molto lontana dai film e dai balletti che li avevano trasformati in due star senza tempo. Fred Astaire e Ginger Rogers, nella vita di ogni giorno e sul set, si odiavano sinceramente, senza preoccuparsi di nasconderlo. Fred era un perfezionista e la Rogers lo aveva più volte definito un maniaco, un uomo incapace di accettare le critiche o qualsiasi opinione che non corrispondesse alla sua. Anche, e soprattutto, non accettava quelle della Rogers, meno che mai il fatto che lei potesse essere sua compagna sullo schermo e potesse permettersi degli errori. Un esempio? Nel film Follie d’Inverno c’è una sequenza di ballo di quattro minuti sulle note di «Never Gonna Dance»: pare che Fred Astaire abbia ripetuto la sequenza – in fase di ripresa – ben 47 volte arrivando a far sanguinare i piedi di Ginger: perché non era soddisfatto delle prestazioni della sua compagna di ballo. L’astio tra i due, inoltre, era aumentato da quando la prima moglie di lui, Phillys Potter, aveva mostrato una profonda gelosia nei confronti di tutte le attrici che, da copione, dovevano baciare il suo consorte. Gli amici di Fred sapevano bene che non accettava di essere affiancato da una novellina come la Rogers. E non gradì la notizia che l’Oscar le fosse stato assegnato nel 1940 per Kitty Foyle, Ragazza innamorata. A lui ne spettò uno, onorario, solo quarant’anni dopo. Il destino, comunque, li ha voluti insieme anche nella morte: entrambi riposano presso il Oakwood Memorial Park.
LA SORELLA RIVALE
Fred Astaire aveva una sorella, Adele, di due anni e mezzo più grande. E lei era più brava, più ammirata e più irresistibile di lui. La notizia che gli Astaire erano in effetti due e che la star della coppia si chiamava Adele e non Fred, è di quelle che stupiscono, rilanciata dalla biografia di Kathleen Riley, The Astaires (Oxford University press). Ci ricorda che quando Adele Astaire si è ritirata dalle scene, nel 1932, aveva 35 anni di cui ben 27 passati a ballare con Fred sui palcoscenici di Broadway e del West End di Londra. Lo racconta proprio Kathleen Riley nella biografia della coppia. Adele, la vera star rispetto a Fred, sposò lord George Cavendish, lasciò il ballo e scelse di vivere in un castello irlandese (duecento camere, però con un solo bagno). Tutti i critici sbeffeggiarono Astaire: nessuno pensava che Fred, senza l’apporto della sorella, potesse avere successo.
I DUE MATRIMONI
Nel 1933 sposò Phyllis Livingston Potter, che morì nel 1954- all’età di 46 anni, per un tumore ai polmoni. Ebbero due figli: Fred (1936) e Ava (1942). Nel 1980 si risposò con Robyn Smith, con cui rimase fino alla morte. La prima moglie aveva vissuto la maggior parte della sua infanzia con la zia materna dopo la morte del padre Robert Livingston e il secondo matrimonio della madre. Nel 1926 sposa un benestante di New York, Eliphalet Nott Porter III e l’anno seguente nasce il loro unico figlio, Peter. Ben presto si rendono conto che il matrimonio è stato un errore e decidono di separarsi. Fred e Phyllis si conobbero un pomeriggio estivo del 1931. Da allora lui fece di tutto per conquistarla e alla fine si sposarono nel luglio 1933. Seguiva il marito quasi dapperttutto, si diceva che formassero una coppia affiatatissima.
I RICORDI DI ROBYN
«È morto tra le mie braccia. Mi sono infilata a letto accanto a lui, dopo un po’ il suo respiro si è fatto più debole, sempre più debole, e infine è cessato del tutto. Prima della polmonite, Fred stava bene. Non era preparato a morire. Voleva vivere, eravamo così felici insieme. Io lo amavo tremendamente. Mi ha dato sei meravigliosi anni di matrimonio. Era la migliore persona che abbia mai incontrato». Davanti alla commovente conferenza stampa di Robyn Smith, 42 anni, vedova di Fred Astaire, scompare del tutto la malizia che nel 1980 accompagnò le loro nozze. La fantina e il ballerino: un titolo da vecchio musical. Lei aveva 46 anni meno di lui: poteva esserne la nipote, più che la figlia. Ma ora le lacrime e il dolore di questa donna ancora giovane appaiono sinceri, e nessuno, nemmeno i fogliacci scandalistici, si permettono allusioni alla pur considerevole fortuna che eredita. Le cronache dell’epoca riferiscono, con rispetto: «Fred teneva moltissimo alla privacy» ha continuato Robyn Smith, parlando quel lunedì a Los Angeles di fronte a telecamere e reporter, neanche 12 ore dopo la morte del marito. «Se adesso sono qui a raccontarvi i suoi ultimi momenti, è solo perché ne avevamo discusso in questi giorni, e Freddie voleva che io facessi sapere a tutti, ai suoi fans, alla gente che lo ha amato, ai giornalisti che lo hanno seguito, quanto li abbia apprezzati, quanto fosse loro grato per tanto affetto e attenzione». L’ex fantina ha aggiunto che lo stesso Astaire non ha voluto nessun altro familiare accanto a sé, in ospedale, nemmeno i due figli: «Non voglio, mi ha detto, che stiano a vegliare sul mio letto di morte». Dice ancora Robyn Smith: «Lo abbiamo ricoverato in ospedale il 12 giugno. Le sue condizioni sono rimaste stabili per un giorno, poi la polmonite ha cominciato a peggiorare, probabilmente per via dell’età. Fred si è reso conto di cosa stava accadendo. Sapeva che io ero con lui, ed è morto felice. Alla fine era pronto ad andare». Per un giorno, Robyn Smith deve accettare il ruolo di «first lady», e lo sa interpretare come esige il copione. Le sue parole vengono riprese e ripetute all’infinito dai bollettini radio, dalle edizioni speciali del telegiornale, dai quotidiani della sera e della mattina. Ecco cosa hanno detto di lui. Il New York Times: «Riuscì a far dimenticare con i suoi film la Grande depressione a milioni di persone, riuscì a regalare all’America un’atmosfera incantata e di sogno e sofisticatezza… Fred Astaire era champagne, tutto il resto è birra». «Il talento più puro con cui ho mai lavorato»: secondo Irwing Berlin, uno dei più importanti compositori americani del Novecento. Rudolf Nureyev: «La sua danza sarà un’ispirazione eterna per ballerini e coreografi». «La sua fama mi era arrivata anche in Russia, prima che venissi in America. Nessun ballerino può guardare un film di Fred Astaire senza pensare: io dovrei cambiar mestiere» (Mikhail Baryshnikov). Gene Kelly: «La sua arte sarà immortale. Fred era un caro amico, un uomo adorabile. Che Dio lo benedica». «Era una superstar capace di far sembrare semplice e naturale tutto ciò che faceva» (Ronald Reagan). Frank Sinatra: «Era uno degli entertainer più meravigliosi del mondo, e di gran lunga l’uomo più gentile che ho mai incontrato». «Fred ha donato la classe a Ginger, Ginger ha dato a Fred parte della sua sessualità» (Katherine Hepburn). Di lui sono rimaste famose alcune esternazioni… «Io non trasmetto messaggi coi miei piedi. Tutto ciò che ho sempre desiderato è di non restare a becco asciutto. L’ho fatto perla pagnotta e per il vecchio applauso». «La ricerca di ciò che si vuole ottenere è paragonabile a un percorso che non vuole lasciare impronte dietro di sé. Ci vuole tempo perché un balletto funzioni e per creare qualcosa che sia considerato memorabile». «Più in alto arrivi, maggiori sono gli errori che ti viené concesso di commettere. Ma una volta in cima, gli sbagli commessi saranno considerati parte del tuo stile». «Non dimostro il mio amore con un bacio, lo dimostro ballando». «La gente crede ch’io sia nato in cilindro e smoking». Era nato a Omaha il 10 maggio 1899, morì a Los Angeles il 22 Giugno 1987. In realtà il suo vero nome era Frederick Emanuel Austerlitz ed era il figlio di un austriaco di Linz emigrato negli Stati Uniti in cerca di fortuna. La madre, Johanna, proveniva invece da una famiglia luterana tedesca. Per evitare che il proprio nome fosse collegato alla famosa battaglia napoleonica, Frederick decise di diventare Fred Astaire. Con la sorella Adele esordì giovanissimo. I due formano una coppia di successo nei teatri di Londra e a Broadway dal 1907 al 1932. Nel 1933 debutta nel cinema con una piccola parte in La Danza di Venere, con Joan Crawford. Nello stesso anno incontra Ginger Rogers sul set di Carioca di Thorntorn Freeland. Lavorano insieme in una decina di film, ma nel 1939 l’armonia tra i due si spezza definitivamente e lei lo abbandona per tentare una carriera differente. Si ritroveranno un’ultima volta nel 1949 nel film I Barkley di Broadway di Charles Walters, l’unico a colori girato dalla coppia. Nel 1946 decide di prendersi una pausa dal cinema e apre una catena di scuole di ballo. Ma nel 1948 torna sugli schermi con il film Ti amavo senza saperlo, al fianco di Judy Garland, chiamato per sostituire Gene Kelly che si era fratturato una caviglia durante le prove. Il film fu uno dei suoi migliori dopo l’epoca di Ginger. Nella sua carriera ha ricevuto due premi Oscar: nel 1949 un Oscar speciale per il suo contributo ai film musicali e nel 1974 come miglior attore non protagonista del film L’Inferno di Cristallo di John Guillermin, in cui interpreta un ruolo drammatico, che gli è valso anche un Globo d’oro. Ha ricevuto un altro Globo d’oro per Tre piccole parole di Richard Thorpe nel 1950 e premi speciali alla carriera dal festival di Berlino nel 1970 e dall’American film institute nel 1981.
L’EREDE MICHAEL JACKSON
Famosissimo per i suoi passi di tip-tap, ha nominato come suo degno erede Michael Jackson. Poco prima della sua morte, di cui da poco è ricorso il 32 anniversario, disse: «Ora so chi è il mio erede! Grazie, Michael». Due le sue grandi passioni: i cavalli e il golf. Al momento del suo primo matrimonio, Fred era tanto impreparato danon avere con sé un certificato di nascita. La madre andò a registrarlo appositamente per le nozze di Fred con Phyllis. Quando la moglie muore per Fred è la tragedia e va incontro a un periodo di apatia. Ma poi, dopo una petizione del Paramount Theater di New York con diecimila firme d’artisti, ritorna al cinema per intraprendere, progressivamente, una nuova carriera di attore non ballerino. Ha avuto una sola relazione dopo la morte della sua prima moglie e prima di sposare la seconda: con la ballerina Barrie Chase. Oltre a Ginger Rogers ha avuto almeno tre prestigiose partner: Cyd Charisse, Rita Hayworth e Audrey Hepburn. Georges Balanchine e Rudolph Nureyev lo hanno considerato il più grande ballerino del XX secolo.