Con un atto di al Tribunale di Milano, doctor notificato nel gennaio 2015, case la ex stella italiana della new economy ha avanzato pretese risarcitorie per 285 milioni di euro nei confronti della società guidata da Recchi e Patuano, rea di avere praticato “atti di boicottaggio tecnico” e “offerte non replicabili”. L’ex monopolista si difende facendo sapere che “si costituirà in giudizio confutando le pretese di controparte”
(di CARLOTTA SCOZZARI, Repubblica)
MILANO – La Tiscali di Renato Soru se la prende con Telecom Italia e le fa causa. Tra le righe del bilancio del gruppo della telefonia ex monopolista guidato dal presidente Giuseppe Recchi e dall’amministratore delegato Marco Patuano, si scopre che, con un atto di citazione innanzi al Tribunale di Milano, notificato nel gennaio 2015, la ex stella italiana della new economy, che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare ben più di una turbolenza finanziaria, ha avanzato pretese risarcitorie per 285 milioni di euro.
Tiscali, partecipata con la quota di maggioranza di quasi il 18% dall’ex governatore della Sardegna Renato Soru, che ne è anche presidente e amministratore delegato (oltre che fondatore), contesta a Telecom Italia “asserite condotte abusive” che l’ex monopolista “avrebbe posto in essere, negli anni 2009-2014, mediante atti di boicottaggio tecnico e praticando offerte economiche alla clientela business, in aree aperte al servizio Ull (unbundling local loop, ossia l’accesso disaggregato alla rete locale di proprietà di Telecom ndr) non replicabili dai concorrenti dato l’asserito eccesso di riduzione dei margini di sconto”.
Insomma, è il senso della causa, Telecom avrebbe abusato della propria posizione di proprietaria della rete per abbassare i prezzi a un livello tale da non potere essere seguita dalla concorrenza. A detta della società guidata da Recchi e Patuano, tuttavia, “la richiesta di Tiscali si fonda sui contenuti del noto provvedimento dell’Autorità Antitrust A428. Telecom Italia – conclude il bilancio del 2014 – si costituirà in giudizio confutando le pretese di controparte”.