Affitti brevi solo con il “bollino di qualità”, un codice anti furbetti obbligatorio per le offerte on line, che servirà a identificare strutture e proprietari e renderà di fatto impossibile sfuggire al Fisco. Stretta anche sulla tassa di soggiorno, con i Comuni che potranno verificare direttamente la regolarità dei versamenti. Dopo tanti annunci il governo ha deciso di inserire la novità nel Decreto Crescita che prevede la nascita di una banca dati di tutte le strutture ricettive, che dovrà essere operativa da agosto.
Locazioni brevi nel mirino delle Entrate. Il primo intervento contro l’evasione sugli affitti brevi è datato 2017. Esattamente due anni fa è stata stabilita la possibilità di applicare la cedolare secca al 21% anche sulle locazioni turistiche con durata inferiore ai 30 giorni. In parallelo è stato previsto l’obbligo per i portali che incassano l’affitto e poi lo girano ai proprietari di applicare la cedolare alla fonte. Airbnb ha impugnato le norme di fronte al Tar. La sentenza è stata negativa ma Airbnb ha annunciato un ricorso al Consiglio di Stato. Nel frattempo non ha applicato la cedolare alla fonte. Previsto anche l’obbligo per gli intermediari di comunicare alle Entrate i dati dei locatori, ma anche quest’obbligo sembra sia stato disatteso. Per questo motivo il governo ha istituito il nuovo bollino, senza il quale non sarà possibile mettere le offerte on line, pena sanzioni da 500 a 5.000 euro per annuncio a carico del portale.
Il bollino sugli annunci. Il sistema dovrebbe essere pronto entro luglio. Per quella data dovrà essere istituita una banca dati delle strutture ricettive, nella quale saranno inseriti anche degli immobili destinati alle locazioni brevi presenti sul territorio nazionale. Tutte le strutture, case comprese, saranno abbinate ad un codice identificativo che sarà obbligatorio utilizzare negli annunci. Il codice permetterà di distinguere le strutture sulla base della tipologia, delle caratteristiche e dell’ubicazione. Le informazioni contenute nella banca dati saranno a disposizione anche sul sito internet del Ministero delle politiche agricole e del turismo. I dati identificativi delle strutture, compresi ovviamente quelli dei soggetti che offrono gli appartamenti in locazione, saranno comunicati anche alle Entrate per i dovuti controlli.
Mai più evasione sulla tassa di soggiorno. Ma le novità non finiscono qui. Da gennaio è obbligatorio per chi offre l’appartamento per le locazioni brevi, registrarsi al portale “Alloggiati Web” per comunicare alla questura i dati degli ospiti. Ora questi stessi dati saranno inviati dalle questure all’Agenzia delle entrate affinché siano resi disponibili, anche a fini di monitoraggio, ai comuni che hanno istituito l’imposta di soggiorno o il contributo di soggiorno. In questo modo sarà sempre più difficile l’evasione anche di quanto dovuto ai Comuni da parte dei turisti.
Antonella Donati, Repubblica.it