Il nostro è un paese per vecchi, secondo al mondo per longevità soltanto al Giappone, insieme alla Francia contiamo oltre 15 mila persone sopra i 100 anni. E i nostri anziani se la cavano piuttosto bene in un’Italia che soffre una doppia recessione – economica e demografica – ma che lascia spazio e divertimento alla vita di quelli più in là con gli anni (+ 12,4% quelli che vanno al cinema rispetto al 2018) e calcolando che all’inizio del 2019 gli italiani con più di 85 anni sono 2,2 milioni. I giovani infatti non vivono una vita piuttosto semplice, soprattutto rispetto ai nonni e ai padri e d a qui la doppia recessione, anche se nel primo trimestre del 2019 si è registrato un lieve recupero del Pil condizionato dalla modesta crescita di consumi ed esportazioni.
«Culle mai così vuote da un secolo»
Dalle pagine del rapporto Istat 2019 viene fuori una vecchia e irrisolta storia: le culle vuote. Nel 2018 sono stati registrati all’anagrafe nemmeno 500 mila bambini – 439 mila per la precisione, ovvero circa 140 mila in meno rispetto al 2008. Ma questa recessione demografica che sta colpendo l’Italia, ormai dal 2015, ha qualcosa di epocale, almeno a sentire le parole di Giancarlo Bangiardo, presidente dell’Istat: «Siamo di fronte ad un vero e proprio calo numerico di cui si ha memoria nella storia d’Italia solo risalendo al lontano biennio 1917-1918, un secolo fa, un’epoca segnata dalla Grande Guerra e dai successivi drammatici effetti dell’epidemia di `spagnola». Per capire: nel cosiddetto baby boom – il 1964 – vennero al mondo oltre un milione di bimbi .
Boom di stranieri, giovani in fuga dal sud
Il presidente dell’Istat Blangiardo ha messo in luce un fenomeno migratorio di giovani dal sud verso il nord del nostro Paese: « Si osserva un sistematico deflusso di giovani italiani dai 20 ai 34 anni con livello di istruzione medio-alto dalle regioni del Mezzogiorno verso il Centro-Nord (sono stati circa 250 mila durante il decennio)». E anche la presenza di tanti stranieri nel nostro paese: «La componente di origine straniera è rappresentata da 5 milioni e 234 mila residenti, una numerosità di tutto rilievo».
Alessandra Arachi, Corriere.it