La conduttrice buca lo schermo, colleziona followers ma non è iscritta all’odg
RENATO DULBECCO, IL LIBRO DI VAI CI FU AMORE CON LA MONTALCINI?
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) È in uscita un bel libro su di lui, e perciò ne parlo: mi riferisco a Renato Dulbecco (Catanzaro, 1914 – La Jolla, 2012). Lo ha scrittola giornalista Carola Vai, dedicandolo alla vita di una delle più grandi scienziate italiane, Rita Levi-Montalcini. È la prima biografia completa sul Premio Nobel per la Medicina. Tra le pagine di “Rita Levi-Montalcini. Una donna libera”, edito da Rubbettino, si racconta della forte intesa amichevole, e forse amorosa, che nacque con Dulbecco, biologo e medico italiano, anche lui Premio Nobel per la Medicina nel 1975 (la motivazione: “per le sue scoperte concernenti le interazioni fravirus tumorali e il materiale genetico della cellula”). Un pioniere della lotta contro il cancro e tra i massimi cervelli che l’Italia abbia conosciuto: per ottant’anni alla ricerca scientifica e alla cura delle malattie genetiche. Calabrese di Catanzaro, laurea in Medicina all’Università di Torino, Dulbecco strinse una forte amicizia con la Levi-Montalcini. Un viaggio negli Stati Uniti fu determinante per la sua carriera: assunto al California Institute of Technology di Pasadena, uno dei più importanti laboratori scientifici del mondo. Qui, tra i primi comprese l’enorme portata della scoperta del DNA, fatta dall’amico e collega James Watson (Nobel per la medicina nel 1962) nel febbraio del 1953. Studiando il codice genetico, Dulbecco arrivò a dimostrare le modalità di diffusione dei virus nelle cellule, da cui trae origine il cancro. Questo lo portò a ottenere prestigiosi riconoscimenti, fino al massimo traguardo del premio Nobel. Era anche un ottimo pianista, appassionato di musica classica, e addirittura fu chiamato a condurre il Festival di Sanremo nel 1999, insieme a Fabio Fazio e Laetitia Casta.
LA “GIORNALISTA” DILETTA LEOTTA DISCUSSA, MA GIORNALISTA NON È
Dalle stelle alle stalle? Non oso dirlo. Dal sacro al profano, però, sì: da Renato Dulbecco a Diletta Leotta. L’affascinante conduttrice è al centro di una vicenda paradossale: contestata da molti per le sue partecipazioni a spot pubblicitari, Diletta è stata “scagionata” dall’Ordine dei giornalisti. Per una ragione tanto fondamentale quanto elementare: non può essere imputabile, e tanto meno sanzionata, in quanto non è giornalista. Ma andiamo per ordine. Giulia Diletta Leotta, nata a Catania il 16 agosto 1991, è stata una delle protagoniste del campionato di Serie A appena concluso. La conduttrice siciliana buca lo schermo e tiene incollati milioni di followers ai propri canali social, oltre a conquistare il mercato della pubblicità. Una nota marca di automobili l’ha scelta come testimonial e così sono esplose varie polemiche, legate all’in compatibilità con l’attività di giornalista. Perciò è intervenuto direttamente il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti: attraverso una nota ufficiale ha spiegato che Leotta non risulta essere iscritta all’Ordine e non è quindi soggetta agli obblighi della deontologia. Qualche informazione su Diletta: diplomata al liceoscientifico, si è iscritta in giurisprudenza (alla Luiss). Nel frattempo, la carriera televisiva: per cinque anni “meteorina” per le previsioni del tempo in onda su SkyTg24. Poi presenta il telegiornale sportivo e gli speciali dedicati alla Serie B, a fianco di Gianluca di Marzio. Infine diventa celebre soprattutto per alcune scabrose foto pubblicate su Instagram e su altri social network. Ma per questo episodio sporge una denuncia alla Polizia Postale e chiede che chiunque si sia reso responsabile della distribuzione e della pubblicazione delle foto venga perseguito penalmente. Infine, Diletta è fidanzata con Matteo Mammì, dirigente di Sky, e con lui convive a Milano. Nel febbraio del 2017 è stata ospite sul palco di Sanremo per sensibilizzare il pubblico sul problema della privacy. L’anno seguente presenta su La7 la finale di Miss Italia 2018, affiancata da Francesco Facchinetti.
TRAJA, DA TARANTO AL VERTICE DI NEXIVE
Luciano Traja (Taranto, 13/12/1974) è amministratore delegato di Nexive, dove aveva nel tempo assunto ruoli di crescente responsabilità: nel 2008 con il ruolo di Responsabile di filiale presso i centri direcapito di Bologna e Modena, prima di arrivare ad assumere la piena direzione dell’intera rete. Nexive è il primo operatore postale in Italia. «La nomina mi riempie di orgoglio, in un’azienda che si rinnova costantemente, sviluppando servizi innovativi in grado di semplificare la vita di cittadini e aziende – ha dichiarato Traja -.Il settore postale può giocare un ruolo chiave per la competitività dell’Italia ed è fondamentale che evolva in linea con gli attuali trend tecnologici e con le esigenze del mercato». Pugliese, Traja è sposato e ha tre figli. Nel tempo libero ama vivere all’aria aperta, fare escursionismo, correre e seguire il calcio.