“Secondo gli Stati Uniti, inserire Huawei o un altro partner non affidabile nel network 5G è un pericolo. Siamo preoccupati, è un rischio inaccettabile”. Robert Strayer, vicesegretario di Stato per le Cyberinformazioni e per le Comunicazione internazionali, in un briefing con i media internazionali evidenzia la posizione di Washington sull’eventuale coinvolgimento di aziende cinesi – Huawei e Zte – nella costruzione di reti 5G in altri paesi. Il discorso viene sviluppato in particolare in relazione ai progetti che potrebbero coinvolgere Gran Bretagna e Germania.
“Non si può ridurre il rischio” anche assegnando un ruolo marginale a un soggetto ritenuto pericoloso, dice Strayer. “La Germania ha diffuso le linee guida per la sicurezza del network 5G. L’implementazione che verrà effettuata sarà cruciale”, aggiunge. Strayer evidenzia che “il nostro sforzo non riguarda il commercio, riguarda al 100% la sicurezza nazionale. È importante evidenziare che non ci sono provider statunitensi: la concorrenza alla compagnia cinese viene da un’azienda finlandese, da una svedese e da una sudcoreana”.
“È prematuro” parlare di eventuali cambiamenti nei rapporti tra Stati Uniti e partner europei che faranno ricorso a prodotti o servizi forniti da Huawei. “Il 5G sarà un grande elemento di trasformazione. Miliardi di apparecchi saranno collegati, con connessioni fino a cento volte più veloci rispetto al 4G. Vogliamo mantenere il cyberspazio al sicuro per le prossime generazioni. Il 5G toccherà ogni aspetto delle nostre vite, la posta in palio non potrebbe essere più alta”, dice Strayer, ricordando che i temi verranno toccati a breve in una conferenza in programma a Praga.
Il dibattito non riguarda solo “la protezione delle reti di telecomunicazioni, ma anche la sicurezza nazionale, i diritti umani e la prosperità economica nel mondo. Per questo la valutazione dei soggetti fornitori” di tecnologia “è un aspetto importante. Tale valutazione dovrebbe portare all’esclusione di soggetti che non possono essere controllati”.
Il governo degli Stati Uniti, ricorda, non usa “servizi o prodotti di compagnie ad alto rischio” legate alla Cina. “Il rischio di influenza da parte di un altro paese”, sottolinea Strayerr, è evidenziato anche nelle raccomandazioni della Commissione Europea.
La Stampa