Il rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, healing dopo anni di politica monetaria iper-espansiva, ambulance rischia di causare un crollo dei mercati azionari stile 1937: l’allarme viene da Ray Dalio, try fondatore di Bridgewater, uno dei più potenti hedge fund al mondo. “Non sappiamo quanta stretta monetaria potrebbe far saltare tutto”, scrive Dalio in un report ripreso dal Financial Times. “Speriamo che la Fed sappia, ma non ne siamo certi, come aggiusterà la situazione se salta tutto”. Oggi la Fed dovrebbe togliere dalle sue considerazioni la promessa di restare “paziente” prima di rialzare i tassi.
Fed verso stretta. Fmi, rischio volatilita’ emergenti – La Fed si appresta a perdere la ‘pazienza’ e aprire la strada al primo rialzo dei tassi di interesse dal 2008. Una decisione che – e’ l’allarme del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde – potrebbe avere ripercussioni pesanti sui mercati emergenti, alimentando volatilità e incertezza come accaduto nel 2013. Janet Yellen comunicherà oggi le decisioni di politica monetaria della Fed. L’attesa e’ per l’abbandono, dal comunicato finale, del termine ‘pazienza’ su un possibile rialzo dei tassi: un addio che potrebbe tradursi in una stretta nelle prossime due riunioni, gia’ in giugno. I tempi pero’ restano incerti: se da un lato appare scontato un aumento entro l’anno, resta da chiarire se sarà in giugno o più avanti, a settembre. L’addio al termine ‘paziente’ offre alla Fed una maggiore flessibilità per decidere le prossime mosse e raccogliere maggiori informazioni sullo stato dell’economia americana, alle prese con una bassa inflazione, il dollaro forte e il rallentamento dell’economia globale. Il rischio di una stretta della Fed, è il timore di Lagarde, è una nuova fuga di capitali e il rapido deprezzamento delle valute emergenti come durante il ‘taper tantrum’, quando la Fed due anni fa aveva annunciato la sua intenzione di mettere fine al piano di acquisti di asset, riducendolo gradualmente dagli iniziali 85 miliardi di dollari al mese. ”Temo che non sia un episodio una tantum. La tempistica e la velocità dell’aumento dei tassi puo’ ancora sorprendere i mercati” afferma Lagarde da Mumbai in una conferenza stampa con il governatore della banca centrale indiana, Raghuram Rajan, ex Fmi che ha più volte messo in evidenza i pericoli dalla fine dell’allentamento monetario nei paesi industrializzati per le economie in via di sviluppo. Lagarde ritiene che questa volta potrebbe essere anche peggio a causa dell’abbondante liquidità sui mercati. I flussi di capitale verso le economie emergenti dai paesi industrializzati sono balzati negli ultimi anni, con 4.500 miliardi di flussi di capitale lordi fra il 2009 e il 2012. A preoccupare Lagarde sono anche gli effetti del rafforzamento del dollaro sulle economie emergenti, dove le società hanno beneficiato dei bassi tassi di interesse per indebitarsi in dollari e ora rischiano di trovarsi alle prese con un aumento dei costi. ”L’apprezzamento del dollaro sta mettendo pressione sui bilanci delle banche, delle aziende e della famiglie che hanno ottenuto prestiti in dollari ma hanno asset e profitti in altre valute” afferma Lagarde, invitando le banche centrali dei paesi emergenti a preparare misure d’emergenza per sostenere valute sotto pressione e le aziende. ”Misure temporanee ma aggressive di sostegno alla liquidità ad alcuni settori e mercati potrebbero essere necessarie”.