«Crediamo che la crescita dell’Italia arriverà solo allo 0,2 per cento, cioè zero. Il che vuol dire che i problemi dell’Italia continueranno a crescere». Il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, intervistato da Fabio Fazio durante la trasmissione “Che tempo che Fa”, conferma le parole del ministro dell’Economia Tria.
«Con i nostri amici britannici abbiamo avuto moltissima pazienza. Ma anche la pazienza si esaurisce. Vorrei che entro qualche ora entro qualche giorno, in Gran Bretagna giungessero un accordo sulla via seguire. Sappiamo ciò a cui il Parlamento britannico dice di no, ma non sappiamo cio a cui potrebbe dire di sì – ha aggiunto -. L’altro giorno, in un momento debole della mia biografia, ho detto che se avessimo fatto il confronto tra la sfinge e la Gran Bretagna, la sfinge ci sarebbe apparsa come un libro aperto, mentre vorrei che il libro aperto ci parlasse davvero!’». Quanto all’ipotesi di un secondo referendum «È cosa che riguarda esclusivamente i Britannici, una loro decisione, non spetta a noi dar lezioni ai Britannici in merito alla via che intendono seguire. I Britannici devono decidere quali strumenti utilizzeranno per giungere alla fine di questo processo».
Juncker: crescita in ritardo, ma l’Italia non è a rischio
«Penso che l’Italia sappia quali sono i suoi problemi: la crescita in Italia è in ritardo rispetto a quella europea da 20 anni a questa parte ma dire che è un rischio» per l’economia mondiale come ha fatto il Fmi «è un’esagerazione, malgrado il debito pubblico sia preoccupante» ha detto Juncker.
Il Fondo Monetario Internazionale ha detto più volte che l’Italia può essere un rischio per l’economia mondiale. Lei condivide?, ha chiesto Fazio a Juncker. «Non andrei così lontano – ha risposto il presidente della Commissione Ue -. Non mi piacciono i discorsi profetici, perché rischiano di avverarsi. Penso che l’Italia sappia quali sono i suoi problemi. La crescita italiana è in ritardo rispetto all’Europa, da vent’anni a questa parte. Bisognerà dunque che l’Italia torni a scoprire gli strumenti che le permetteranno di rilanciare la propria crescita, ma dire che l’Italia costituisce un rischio mi sembra un’esagerazione, anche se i livelli del debito pubblico sono pericolosamente alti. Il 130% è uno dei livelli di debito pubblico più alti al mondo e bisognerà correggerlo, ridurlo».
Sulla Tav, Juncker: vorrei che si facesse, ne vale la pena
L’Europa, l’Unione europea, «concede 888 milioni circa di euro per cofinanziare questo progetto. Sono stati già impegnati alcuni crediti e desidererei che la costruzione di questa galleria si facesse, è assai importante per ragioni economiche, per ragioni sociali, e per ragioni ambientali» ha detto Juncker a proposito di Tav rispondendo alla domanda se siano stati stanziati fondi ulteriori per la tratta ferroviaria Torino-Lione.
Juncker ha detto che sta studiando il fascicolo Tav, definendolo «assai interessante» e aggiungendo che «nel 2010, solo l’8,8% delle merci sono state trasportate su ferro; se questa galleria si costruisse, visto che è l’anello mancante tra Portogallo e Ungheria, il 40% delle merci sarebbero trasportate su ferro. Vale la pena fare questa galleria».
La Stampa