Sale la ‘fame chimica’ e i consumi di junk food (patatine, biscotti, gelati)
Viene chiamata fame chimica, ma in realtà con la chimica ha poco a che fare. E’ infatti il tipico insaziabile appetito che viene dopo che si è fumata marijuana, una sostanza naturale. Appena passato lo stordimento, viene consumato qualsiasi cibo ad alto valore calorico e snack dolci e salati. Alcuni neuroscienziati hanno fatto ipotesi relative alle cause di questo fenomeno, ma non ne era ancora stata confermata scientificamente l’esistenza. Ricercatori di Bordeaux per esempio hanno scoperto che il Thc, il principio attivo della cannabis, si lega a una molecola presente nei neuroni del bulbo olfattivo, amplificando la sensibilità agli odori e aumentando l’appetito.
Secondo un recente studio della celebre Università di Yale a provocare l’aumento di appetito sarebbe invece la stimolazione di un gruppo di neuroni che durante la normale attività garantiscono la sensazioni di sazietà al termine di un pasto. In questo caso vengono ingannati e producono l’effetto contrario. Altri lo mettono invece in correlazione con un incremento della produzione dell’ormone grelina, che stimola la fame.
Inoltre, quando si fuma, viene incrementata la dopamina, che scatena i centri del piacere e potrebbe far abbassare il senso del controllo, visto che dà un senso di euforia e in generale stimola i percorsi di ricompensa, compreso quello dell’appetito.
Una ricerca appena pubblicata sulla rivista scientificaSocial Science Research Network, ha prima di tutto risposto alla domanda fondamentale: è confermato che il desiderio di divorare qualcosa provato da tutti non è dovuto solo a una impressione. La fame chimica è concreta e ha anche un effetto sull’economia.
Per provare la loro tesi, gli studiosi, un gruppo di economisti dell’Università del Connecticut e di Atlanta, ha analizzato i dati degli acquisti mensili di biscotti, patatine e gelati effettuati in drogherie, supermercati, in 52 aree commerciali del Colorado e di Washington (i primi due a legalizzare nel 2012) e dell’Oregon (che ha legalizzato nel 2014), comprendendo anche quelle degli stati confinanti. Sono poi stati incrociati con quelli relativi all’acquisto della marijuana.
Studiare gli effetti della canapa ora è più facile, grazie al fatto che è stata legalizzata in molti stati americani, e le persone si sottopongono senza paura a indagini e controlli. La scelta è andata su quelli dove l’uso ricreativo, al momento dell’indagine, era in vigore da più di 18 mesi. Ma l’uso ricreativo è stato introdotto anche in Alaska, California, Maine, Massachusetts, Nevada, e Vermont.
Il risultato è che immediatamente dopo l’introduzione della legalizzazione, sono stati venduti 3,1 per cento gelati, 4,1 per cento biscotti e 5,3 per cento patatine in più. Dopo il primo periodo di apertura gelati e patatine sono calati, mentre il consumo di biscotti ha continuato a essere più alto.
Le leggi di legalizzazione sono arrivate in tempi diversi nei vari stati, e questo ha dato la possibilità di verificare con ancora maggiore esattezza i consumi.
Ovviamente in un Paese dove l’obesità è già molto diffusa, la diffusione della marijuana, con le sue conseguenze, potrebbe aggravare il problema. A meno di non riuscire a trovare un modo per evitare di finire ogni volta la serata sgranocchiando qualsiasi cosa.
Business Insider