A fine marzo chiuderà i battenti l’ultimo negozio Blockbuster in Australia. Lo store si trova a Morley, sobborgo di Perth e tra qualche settimana resterà nel mondo una sola filiale della celebre catena di videonoleggio americana. Quest’ultima si trova a Bend, in Oregon e — come scrive Business Insider — «così Blockbuster si candida a diventare il franchising più solitario del pianeta».
Una chiusura annunciata
Secondo Lyn Borszeky, proprietario dell’ultimo store australiano, i clienti hanno accolto con rammarico la notizia della chiusura, ma il titolare rivela che era ormai impossibile rimanere sul mercato: «Abbiamo fatto un incredibile sforzo per essere l’ultimo store aperto in Australia e sapevamo da tempo che sarebbe arrivato il momento della chiusura. Tuttavia siamo rimasti sorpresi dalla rapidità con cui il cambiamento ha conquistato i nostri clienti una volta che Netflix è entrato nel mercato australiano».
L’ultimo Blockbuster
Solo dieci anni fa, nel 2009, la catena di noleggio film contava novemila negozi sparsi in cinque continenti. Dopo il declino — e la bancarotta nel 2010 — ne rimane ormai soltanto uno. L’ultimo Blockbuster al mondo si trova nel parcheggio di una stazione di servizio in un trafficato incrocio di Bend, piccola cittadina che conta meno di 100mila abitanti nello stato americano dell’Oregon. Sostenuto dalla comunità locale — con tanto di magliette e gadget che richiamano il logo con scritte gialle su sfondo blu — è gestito da Sandi Harding: «Anche mio marito lavorava in un negozio Blockbuster — aveva raccontato alla Bbc — mio figlio Ryan, che ha 14 anni, ora lavora qui, è cresciuto qui, come gli altri miei due figli». Da agosto i proprietari hanno lanciato The Last Blockbuster, birra che celebra l’ultimo negozio presente negli Usa e nel mondo.
Dal boom degli anni ’90 al declino
La società è stata fondata a Dallas (in Texas) nel 1985. La sua crescita e diffusione è stata rapida ed esponenziale: nel 1989 veniva aperto un nuovo negozio ogni 17 ore. Ma i suoi eredi erano dietro l’angolo, pronti a prendere i contenuti distribuiti su formati fisici da Blockbuster e a trasferirli nel mondo virtuale di Internet. A provocare il declino della società sono stati i servizi di streaming online come Netflix. Secondo Borszeky il suo negozio ha resistito fino ad oggi anche grazie alla «nostalgia che il marchio esercita sui clienti». L’ultimo Blockbuster italiano ha chiuso nel 2012.
Francesco Tortora, Corriere.it