A febbraio l’inflazione accelera in Italia. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato questo mese un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,9% registrato nel mese precedente). E’ la stima preliminare diffusa stamani dall’Istat. La lieve accelerazione dell’inflazione a febbraio è imputabile prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari sia lavorati (da una variazione tendenziale nulla a +1,2%) sia non lavorati (da +1,7% a +3,7%) e in misura minore ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +0,3% a +0,8%) e dei tabacchi (da +2,9% a +4,5%).
Questa dinamica è stata in parte attenuata dal rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a +0,9%) e dall’ampliarsi della flessione di quelli dei servizi relativi alle comunicazioni (da -2% a -4,9%). Mentre il lieve aumento congiunturale dell’indice generale (+0,2%) è dovuto all’aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,3%), dei tabacchi (+1,5%) e dei beni energetici non regolamentati (+0,6%), solo in parte bilanciato dal calo dei prezzi dei servizi relativi alle comunicazioni (-2,8%).
L’inflazione ha accelerato in modo marcato per i beni (da +0,7% a +1,5%), mentre ha rallentato per i servizi (da +1,1% a +0,7%); pertanto rispetto al mese di gennaio il differenziale inflazionistico tra servizi e beni è tornato negativo a -0,8% (era +0,4% nel mese precedente). L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,3% per l’indice generale e -0,2% per la componente di fondo.
Invece, secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base mensile, a causa delle ulteriori riduzioni di prezzo registrate per i saldi invernali di abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto, e un aumento dell’1,2% su base annua, in accelerazione dal +0,9% del mese precedente.
Infine, sono volati a febbraio i prezzi del carrello della spesa, superando di gran lunga quelli dell’intero paniere a causa soprattutto dei vegetali freschi. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono, infatti, passati da +0,6% a +2,1% e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +0,8% a +1,7% (entrambi al di sopra dell’inflazione generale).
“Le componenti maggiormente volatili”, ha sottolineato l’Istat, “continuano a determinare oscillazioni dell’inflazione, sia al rialzo sia al ribasso. A febbraio sono i prezzi dei beni alimentari non lavorati a spiegare in buona parte l’accelerazione dell’inflazione, dopo il rallentamento di gennaio, anch’esso dovuto per lo più a componenti volatili quali gli energetici non regolamentati”.
“La crescita dei prezzi al consumo depurata dell’influenza di queste componenti rimane debole e pari a mezzo punto percentuale”, ha aggiunto l’Istat, rilevando che a febbraio per le famiglie i prezzi dei beni a elevata frequenza di acquisto sono cresciuti in misura significativamente più elevata del paniere nel suo complesso a causa soprattutto dei vegetali freschi.
Francesca Gerosa, Milano Finanza