Morgan Stanley ha chiuso la sua posizione in acquisto sull’oro che aveva aperto dallo scorso settembre quando il prezzo del metallo giallo ha iniziato a recuperare terreno. A metà agosto infatti l’oro ha toccato il minimo del 2018 a 1.180 dollari l’oncia e da allora è risalito fino al massimo del 20 febbraio a quota 1.345.
“L’oro ha registrato un rally significativo negli ultimi mesi, muovendosi verso quota 1.350 dollari. Nel frattempo il sentiment favorevole nei suoi confronti si è fatto notevolmente breccia sul mercato”, ha spiega Morgan Stanley. La soglia dei 1.350 viene tenuta in considerazione perché è un livello che l’oro ha ripetutamente fallito di superare. Negli ultimi cinque anni lo ha oltrepassato, e di poco, soltanto a inizio 2014, a metà 2016 e poi a inizio 2018, ma non è mai andato tanto oltre (è rimasto comunque sotto i 1.400 dollari).
L’investment bank nota che la corsa dell’oro a partire dalla scorsa estate è stata spinta dalle speranze di un atteggiamento più espansivo della Fed. “Ma con i mercati ora posizionati per tagli dei tassi di interesse negli Usa soltanto a fine 2020, ci domandiamo quanto questo catalizzatore possa aiutare ulteriormente”, afferma.
Quindi per Morgan Stanley l’oro non è più un top trade. “Si può trovare un miglior rapporto rischio-rendimento nel posizionarsi puntando su un indebolimento del dollaro. E tra le commodity il rame sembra ora la migliore scelta”.
Il target price di fine anno di Morgan Stanley vede l’oro a 1.350 dollari, quindi c’è poco spazio rispetto ai livelli attuali. A settembre Morgan Stanley era positiva sull’oro perché prevedeva “un dollaro più debole e tassi Usa non in aumento, in una fase in cui il prezzo del metallo era basso e il sentiment degli investitori nei suoi confronti era rimasto negativo per i primi tre trimestri del 2018 sulla scia dei timori che i continui rialzi dei tassi da parte della Fed lo avrebbero reso meno attraente. Con i questi ultimi due fattori, ovvero prezzi bassi e sentiment negativo, che ora non sono più presenti, crediamo che sia meglio puntare direttamente su tassi e dollaro”, spiega la banca Usa che continua a ritenere che la valuta Usa resterà sotto pressione e il costo del denaro negli Usa per ora non salirà.
Ma Morgan Stanley è pronta anche a modificare questa visione prudente sull’oro. “Il metallo sta vivendo un momentum favorevole e se riuscisse a superare la soglia dei 1.350 dollari in modo sostenibile, potremmo rivedere il nostro giudizio”, ammette.
Paola Valentini, Milano Finanza